la scelta
della pittura
«Un iperesteta, nettamente sintomatizzato, che percepisce con una intensità anormale, e forse anche dolorosa, i caratteri segreti e impercettibili delle linee e delle forme, ma ancor più i colori, le luci, le sfumature invisibili all’occhio normale, le magiche iridescenze delle ombre. Ecco perché il realismo di lui, che è un nevrotico, e la sua sincerità e verità sono così diversi dal realismo, dalla sincerità e dalla verità di quei grandi piccoli borghesi d’Olanda, così sani nel corpo e così ben equilibrati d’anima, che furono i suoi avi e i suoi maestri».
Albert Aurier, 1890