musica i

1895
olio su tela
cm 37 x 45
Monaco, Neue Pinakothek 

Vienna è il teatro, la musica. Vienna ha conosciuto l’apollineo con Mozart, il sublime con Beethoven e l’opera d’arte totale attraverso Wagner. Al tempo di Klimt è la musica di Schubert a incantare con i suoi leader e le sue suonate. Ma le note più simili al mondo del pittore saranno invece quelle di Gustav Mahler che sarà addirittura da Klimt effigiato nel Fregio di Beethoven del 1902. Perché Dioniso seduce gli artisti tanto quanto la sperimentazione. Da bambino Gustav Klimt era stato educato dalla madre che si cimentava nel bel canto senza successo. Difficile sfuggire a un destino che contagiava tutta la società viennese. E poi c’era stato un filosofo, anzi erano due, che avevano messo al centro delle arti proprio la musica. Se con Arthur Schopenhauer la musica è individuata come la più metafisica tra le arti, con Friedrich Nietzsche il mondo sotterraneo delle pulsioni e degli istinti, risalente al dionisiaco della tragedia greca, riconosce alla musica una funzione viscerale e liberatoria. L’irrazionalenon corrisponde al negativo, anzi è una sorta di élan vital, di “volontà di vivere” di quell’energia che completa l’esistenza di cui Klimt si farà praticamente testimone. E proprio in un testo di Nietzsche come La nascita della tragedia dallo spirito della musica l’artista troverà spunti concettuali, simboli e figure allegoriche da utilizzare per molte sue invenzioni. Ricorrere all’arcaismo per Klimt sarà un mezzo coltissimo per entrare nel subcosciente della cultura mitteleuropea, per scavare a fondo sotto la superficie del presente. Musica, realizzato nel 1895, è concepito come una pittura vascolare, con una figura di profilo che suona la lira, posizionata tra una sfinge e una maschera di Sileno di evidenza scultorea. La tridimensionalità aggiunge vita reale all’effige della donna metà leone e a quella del figlio del dio Pan seguace di Dioniso. Stiamo ammirando un quadro ingegnoso: una combinazione di figurazione e ornamento, di sintesi lineare e di realismo, con elementi arcaici contrapposti alla moda contemporanea. Qualcosa che si avvicina all’opera d’arte totale, perché qui i diversi linguaggi, i miti e i simboli, studiati nelle illustrazioni presenti nei repertori accademici ritornano circolarmente a dire o rivelare le stesse verità senza rispettare la scansione del tempo cronologico. Per questo il quadro va ascoltato, poi elaborato a occhi chiusi, in silenzio, magari in sogno.