il ritratto più interessante di Vienna, dal 1873 al 1918, è forse quello scritto dallo psicoanalista
freudiano Bruno Bettelheim nel suo ultimo libro autobiografico pubblicato a New York nel 1990, Freud’s Vienna and other Essays (La Vienna
di Freud e altri saggi). Il primo capitolo del libro si intitola appunto “La Vienna di Freud”. In quindici pagine Bettelheim, nato nella
capitale dell’impero nel 1903, pone a confronto la storia delle vicende politico-militari di Vienna, sotto il regno dell’imperatore
Francesco Giuseppe, con i cambiamenti urbanistici e architettonici della città, dalla costruzione del Ring alla Esposizione Universale del
1873, alla originale trasformazione artistica e culturale nel clima generale di una “apocalisse gioiosa”, come definita da Hermann Broch,
quella segnata dalla fine dell’impero asburgico.*