1. Ho passato un lungo periodo delle mia vita con Rainer Maria Rilke, da quando lo avevo incontrato con Freud e
con Lou Andreas Salomé protagonisti di un breve ma straordinario racconto dello stesso Freud, Caducità.1 Poi è stata la
traduzione e il commento delle Elegie duinesi e dei Sonetti a Orfeo, che mi hanno a lungo impegnato, e
infine la traduzione delle lettere che Rilke scrive alla moglie Clara nell’ottobre del 1907, lettere che sono la testimonianza dell’incontro
di questo immenso poeta con un immenso pittore, con Cézanne.2 Un incontro che ha lasciato un segno nella vita di Rilke, tanto che a
lungo, fino alla fine, egli ha pensato di scrivere un libro su Cézanne. Il libro non è mai stato scritto. L’incontro con Cézanne era stato per
lui una esperienza decisiva, così grande, che probabilmente egli non si è mai sentito in grado di affrontarla in un libro, ma il suo impatto
attraversa per intero la sua opera e tocca in profondità la poesia dei Sonetti e delle Elegie che sono tra i grandi monumenti poetici del
Ventesimo secolo. Di quel momento rimane la testimonianza delle lettere che egli scrive alla moglie, Clara ogni giorno - tutti i giorni -, che
egli si porta davanti a Cézanne durante l’esposizione che ha avuto luogo nell’autunno dle 1907 a Parigi, nel Salon d’Automne del Grand
Palais. Mi accosterò a questo momento e a questa testimonianza, che finisce per essere uno dei grandi testi sulla pittura di Cézanne, seguendo
le lettere di Rilke e facendomi guidare da esse.
È Clara, la moglie, che propone una sua edizione dei Briefe über Cézanne limitata alle lettere che le erano state
indirizzate. Come scrive Heinrich Wiegand Petzet, come le Elegie portavano in dedica
Dalla proprietà di Marie Thurm und Taxis-Hohenhole, Clara ha voluto che i Briefe über Cézanne fossero Dalla proprietà di Clara Rilke.3