Libro di pittura parte septima delli nuvoli (926-935) Li nuvoli si dimostrano alcuna volta ricevere li razzi solari, et aluminarsi a modo di dense montagne, et alcuna volta li medesimi restare oscurissimi, sanza variare in alcuna lor parte essa oscurità; e questo nasce per le ombre che li fan que’ nuvoli, che li togliano li razzi solari, interponendosi infra il sole et essi nuvoli oscurati. [926] Delli nuvoli. L e nuvole sono nebbie tirate in alto dal caldo del sole, e la loro elevazione dove il loro acquistato peso si fa di potenzia equale al suo motore; e lo acquistato nasce dalla loro condensazione, e la condensazione ha origine dal calore ch’è in loro infuso, che si refugge dalli stremi che si trovano penetrati dal freddo della mezza region dell’aria; e l’umidità seguita il caldo che lassù la condusse, in qualunche parte esso caldo si fugge; e perché si fugge inverso il mezzo di ciascuna globosità de’ nuvoli, esse globosità si condensano con terminate superficie ad uso di dense montagne, pigliano l’ombre mediante li razzi solari che lassù li percote. Quel rossore nel quale si tingono li nuvoli, con tanto maggiore o minore rossore nasce, quando il sole si trova alli orizzonti da sera o da mattina, e perché quel corpo che ha alquanta trasparenzia è alquanto penetrato da’ razzi solari, quando esso sole si dimostra da sera o da mattina, e perché quelle parti de’ nuvoli che sono inverso li stremi delle loro globosità son più sottili in grossezza che nel mezzo d’esse globosità, li razzi solari li penetrano con più splendente rossore che quelle parte grosse, che restano oscure per essere loro impenetrabili da tali razzi solari; e sempre li nuvoli son più sottili nelli contatti delle loro globulosità che in mezzo, come qui di sopra è provato; e per questo il rossore de’ nuvoli è di varie qualità di rosso. Dico che l’occhio interposto infra le globulosità de’ nuvoli e ’l corpo del sole vedrà li mezzi di esse globusità esser di maggiore splendore, che in alcun’altra parte; ma se·ll’occhio da lato, in modo che le linee che vengono dalla glubolosità all’occhio e dal sole al medesimo occhio faccino congionzione minore dell’angolo retto, allora il lume massimo di tal glubulenzie de’ nuvoli fia nelli stremi d’esse globulenzie. [927] Del rossore delli nuvoli. Quel che qui si tratta del rossore de’ nuvoli, s’intende essendo il sole dirietro a’ nuvoli; ma se ’l sole è dinanzi alli medesimi nuvoli, allora le globosità loro saranno di maggiore splendore che nelli loro intervalli, cioè nel mezzo delle globosità e concavità: ma non ne’ lati, che veggan l’oscurità del cielo e della terra. Li nuvoli sono creati da umidità infusa per l’aria, la quale si congrega mediante il freddo che con diversi venti è trasportato per l’aria; e tali nuvoli generano venti nella loro creazione, sì come nella loro destruzione; ma nella creazione si generano, perché lo sparso e vaporato umido nel concorrere alla creazione de’ nuvoli lascia di sé voto il loco donde si fuggì; perché non si dà vacuo in natura, egli ènecessario che·lle parte dell’aria circonstante alla fuga dell’umido riempino di sé il principiato vacuo: e questo tal moto èdetto vento. Ma quando mediante il calore del sole tali nuvoli si risolvano in aria, allora si genera contrario vento, creato dalla destruzzione et evaporazione del composto nuvolo; e l’uno e l’altro accidente, com’è detto, è causato di vento. E tali venti si generano in ogni parte dell’aria, ch’è alterata dal caldo o dal freddo, e ’l moto loro èrecto e non curvo, come vole l’adversario; perché, se fusse curvo, non bisognarebbe alzare o bassare le vele alli navigli, per cercare dall’alto o basso vento; anzi, quella vela che fusse percossa da un vento sarebbe al continuo acompagnata da esso vento infin che durassi; il che in contrario ci mostra la sperienzia, nel vedere percossa la pelle dell’acqua in diverse parte d’un medesimo mare, con brevi e corti moti dilatabili, manifesti segni che da diversi luochi con diverse obliquità di moti discendano li venti d’alto in basso; e tali moti si disgregano per diversi aspetti dalli loro principii; e perché il mare ha superficie sferica, molte volte l’onde scorran sanza vento, poiché l’alzato vento l’abbandona, onde essa si move col principiato impeto. [928] Della creazione de’ nuvoli. El nuvolo è più lieve dell’aria che li sta di sotto, et èpiù greve dell’aria che li sta di sopra. [929] De’ nuvoli e loro gravità e levità. La nebbia percossa da vari corsi de’ venti si condensa e fassi nuvolo con varie globulenzie. [930] Perché nella nebbia si fa nuvoli. L’aria tutta nuvolosa rende sotto sé la campagna più chiara o più scura, secondo le maggiori o minori grossezze de’ nuvoli che s’interpongono infra ’l sole et essa campagna. Quando l ’aria ingrossata s’ interpone infra ’l sole e la terra sarà d’uniforme grossezza, tu vedrai poca differenzia dalla parte alluminate all’ombrate di qualonque corpo. [931] Dell’aria tutta nuvolosa. Facciasi l’ombre delli nuvoli sopra la terra co’ l’intervalli percossi dalli razzi solari, con maggiore o minore splendore, secondo la maggiore o minore trasparenzia d’essi nuvoli. [932a] Li nuvoli sono di tanto maggiore rossore, quant’essi sono più vicini all’orizzonte, e sono di tanto minore rossore, quanto essi sono più remoti da esso orizzonte. [932] Dell’ombre de’ nuvoli. Quando i nuvoli s’interpongono infra ’l sole e la campagna, le verdure de’ boschi si dimostraranno di ombre di poca oscurità, e le differenzie infraloro e lumi fieno di poca varietà d’oscurità o chiarezza; perché, essendo aluminate dalla gran somma del lume del loro emisperio, l’ombre sono cacciate e rifuggite inverso il cento delli alberi, et inverso quella parte di loro che si mostra alla terra. [933] De’ nuvoli. Il nuvolo che si trova sott’a la luna è più scuro che nessuno degli altri, e li più remoti sono più chiari; e la parte del nuvolo ch’è trasparente dentro e infra li stremi d’esso nuvolo, par più chiaro che alcun’altra simile parte ch’è nelle trasparenzie delli nuvoli più remoti; perché in ogni grado di distanzia il mezzo de’ nuvoli si fa più chiaro, e le lor parti chiare si fanno più opache rosseggianti di mortificato rossore; e li stremi delle loro oscurità entrante nella trasparente loro chiarezza sono di termini fumosi e confusi; e ’l simile fanno li stremi delle loro chiarezze che terminano co’ l’aria. E li nuvoli di piccola grossezza son tutti trasparenti, e più inerso il mezzo che nelli stremi, ch’è colore morto rosseggiante in colore rozzo e confuso. E quanto li nuvoli sono più discosti dalla luna, il loro lume è più albo, che avanza intorno all’ombrosità del nuvolo, e massime di verso la luna, e quel ch’è sottile non ha negredine e poco albore, perché in lui penetra la oscurità della notte che si mostra nell’aria. [934] De’ nuvoli sotto la luna. Fa che li nuvoli facciano le loro ombre in terra, e fa li nuvoli di tanto maggiore rossore, quanto e’ sono più vicini all’orizzonte. [935] De’ nuvoli.