2.3 La diagnosi nel paziente con vertigine

La vertigine, oggettiva e soggettiva, e più generalmente i disturbi dell’equilibrio e dell’orientamento spaziale sono sintomi frequenti nella popolazione, ma molto aspecifici, essendo sostenuti da disordini nella funzione di molti sistemi. Il percorso diagnostico ideale, schematizzato nella Figura 17 dovrebbe essere finalizzato al raggiungimento consecutivo di tre livelli diagnostici. Anche utilizzando tutte le informazioni clinico-strumentali disponibili, non sempre è possibile arrivare al terzo livello, e talvolta la diagnosi dovrà limitarsi alla sola individuazione di una sede di lesione. Ciò accade quando gli elementi clinici o le conoscenze della patologia sono insufficienti.

Il livello diagnostico topografico dovrebbe pervenire alle seguenti conclusioni:

a) assenza di segni di localizzazione (i sintomi sono di origine extravestibolare)

b) presenza di disfunzione/lesione vestibolare periferica (labirinto o nervo)

c) presenza di disfunzione/lesione vestibolare centrale [nucleo-vestibolare, vestibolo-cerebellare, tronco-encefalo (bulbo-ponte-mesencefalo), sovratentoriale].


Il livello diagnostico funzionale dovrebbe indicare il livello funzionale residuo dell’intero sistema (ricezione-integrazione-elaborazione), relativamente al danno causato dalle lesioni individuate dalla diagnosi topografica.

Il livello diagnostico eziologico dovrebbe individuare il fattore patogenetico primitivo responsabile delle manifestazioni cliniche. È evidente che una diagnosi eziologica è il presupposto per una terapia causale di massima efficacia.


Fig. 17.