Chi ti credi di essere?
Intanto iniziamo con una domanda: chi ti credi di essere? Sembra quasi una minaccia, vero? Invece è una domanda importantissima a cui rispondere. E
l’unica persona che ha diritto di sapere la risposta sei tu, sempre. È una di quelle domande a cui crediamo di saper rispondere senz’ombra di dubbio, ma
basta metterci carta e penna a fissare il foglio vuoto, per renderci conto che manca qualcosa. Non è così semplice rispondere a questa domanda.
Innanzitutto, posta così, mette un po’ sulla difensiva perché è effettivamente forte, con quel “ti” quasi a puntarci il dito accusatore contro, nel “chi
TI credi di essere!”. L’ho messo lì apposta. Ti dico ora che non dovresti sentirti assolutamente accusata accusato di niente. È una semplice ma profonda
domanda. Quindi, carta e penna, il mio consiglio è di iniziare a rispondere. Poco importa se la risposta ti sembra inconcludente, magari concentrata
solo su alcuni tuoi aspetti, su alcune tue caratteristiche. Puoi sempre modificarla in seguito, soprattutto se ora non hai abbastanza autostima. Perché
dovresti rispondere ora? dovresti rispondere e segnare data, ora, luogo in cui sei e la tua firma. Perché rifaremo
questo esercizio alla fine del libro, e potrai confrontare le due risposte. Non credere di poter ricordare come ti senti ora. Anche se così fosse, non
avresti la prova scritta del tuo cambiamento. Non sarebbe così buono l’effetto che ne trarresti.
Quindi, cerca un foglio e una penna. Non pc. Meglio carta e penna. Ho già spiegato nel capitolo OBIETTIVI il perché serve
(è meglio/funziona meglio) scrivere con carta e penna. (Se non ricordi non preoccuparti, torna pure a rileggerlo). Scrivi tutto quello che ti passa per
la mente. Puoi scrivere da dove arrivi, dove stai andando, dove vuoi andare. Cosa credi di saper fare, di non saper fare. Chi vuoi diventare. Non fa
parte di chi ti credi di essere? Certo che sì. Mi raccomando, fallo ora prima di leggere il seguito. Ok, ti ho convinto? Affare fatto