5.1 Il Rinascimento
La cultura del Rinascimento, con la riscoperta dei classici, aveva reintrodotto nella società uno spirito pagano. La cultura del Rinascimento non era vincolata a rigidi dogmi teologico-metafisici, ma libera di spaziare dall’arte alla filosofia, dalla medicina all’astronomia, dalla morale alla politica. L’arte, completamente svincolata dalla morale, divenne un modo per comunicare con la pura bellezza della forma. Anche la politica si rese indipendente dalla religione: il sovrano non regnava più per diritto divino, ma grazie alle proprie virtù e alla forza con cui imponeva il proprio dominio.
Il fervore e l’intensa attività di pensiero del Rinascimento sono alla base anche di numerose scoperte scientifiche e invenzioni, la più importante delle quali è sicuramente quella della stampa per la ricaduta che ebbe sulla diffusione della cultura. Fino al XIV secolo i libri erano scritti su pergamena dagli amanuensi, in prevalenza monaci, e i lunghi tempi di realizzazione li rendevano un prodotto raro e accessibile a pochi. Ma verso la metà del secolo l’invenzione della stampa a caratteri mobili del tedesco Giovanni Gutenberg rivoluzionò la trasmissione del sapere in Europa. Nel 1456 fu stampato il primo libro, la Bibbia. Nei cinquant’anni successivi in Europa furono prodotte centinaia di migliaia di libri, forse più di quanti ne avessero trascritti tutti gli amanuensi nel millennio precedente.
Notevoli miglioramenti si ebbero anche nella qualità della vita; nelle città sorsero maestosi palazzi, si diede notevole impulso alla costruzione di strade più ampie, fontane, giardini, musei. Nelle residenze dei principi trovarono ampia diffusione le arti, la musica, la danza, la poesia, il teatro. Tra le classi più elevate l’abbigliamento sfarzoso, il lusso delle abitazioni la conversazione colta e galante, la magnificenza delle feste divennero un segno distintivo dei detentori del potere.