FONETICA E TRASFORMAZIONI La funzione della lingua come vedremo è molto importante ed è responsabile insieme alle labbra della formazione delle vocali e delle consonanti. Analizziamo vocale per vocale: I: pensare il più possibile al parlato, la lingua si stringe toccando il palato duro con la punta e con il dorso tocca i molari Es. RI. E: ne elenchiamo tre tipi – «è, e, é». La prima (è) viene utilizzata nelle note basse. La seconda (e) viene usata nelle note centrali, mentre la terza (é) negli acuti, dovendo continuare a tenere la gola aperta, verrà ad assomigliare ad una specie di (æ), quindi simile ad una (a) con una (e). La punta della lingua si stacca dal palato duro. O: labbra in avanti, lingua indietro, aperta nelle note basse e chiusa negli acuti (come la «o» di «ore»). A: bocca atteggiata come per la O ma pronunciare A pensando alla U (vedi testo di Nanda Mari). Zigomi alti per le donne. U: labbra avanti, lingua indietro, suono esterno. : Tutte le vocali nelle note basse sono più aperte foneticamente e le labbra sono più strette. Negli acuti succede esattamente il contrario; la bocca si apre e la fonetica si stringe, la gola è sempre aperta. Sentire l’apertura sino al petto. Pronunciare nel modo più naturale possibile le vocali e le consonanti in maschera, poiché, se pronunciate con la mandibola, (che non deve mai essere rigida ma articolata insieme alle labbra), si cambia il giro dell’aria dal senso orario al senso antiorario e si spezza il flusso dell’aria stessa. Cantare come se si stesse parlando qualunque sia l'altezza del suono. Nota Bene