Prefazione di Francesca Falcone Per Keith Jarrett «improvvisare è come gettarsi nel vuoto», scrive Walter Gaeta nel suo libro citando il celebre interprete. Anche per Nancy Stark Smith, una performer e insegnante di una forma di danza conosciuta come Contact Improvisation, l’improvvisazione è «Essere dove non si sa di essere […]. È un luogo che apre a molte più direzioni di qualsiasi altro posto al mondo. Io chiamo questo posto l’intervallo (The Gap)» . Temi questi che gettano ponti tra musica e danza e aprono a discorsi avvincenti. La profonda passione di Walter Gaeta per il jazz, per la sua storia, per i suoi più celebri interpreti, per le sue tematiche sempre attuali e intriganti lo hanno portato a esplorare il mondo della danza di Alvin Ailey, fondatore dell’Alvin Ailey American Dance Theater, la compagnia composta principalmente da danzatrici e danzatori afroamericani, che ha attinto a molte forme della danza jazz. Si ripercorrono quindi in questo libro alcune delle maggiori esperienze artistiche di due giganti, rispettivamente della musica e della danza, come Duke Ellington e Alvin Ailey. Varrebbe allora la pena far propria a questo punto l’affermazione su cui si fonda la coreomusicologia, circa «l’inseparabilità del suono dal movimento nella performance di danza e nella sua recezione» . Questa disciplina, di nuova formazione, indaga i meccanismi attraverso i quali la dimensione uditiva del suono si allarga sino ad integrare l’esperienza fisica, che è sempre soggettiva, di chi guarda e di chi ascolta, conferendo ogni volta al suono una pluralità di significati che implicano, dilatandola, la sfera sensoriale. La creazione in Italia del Biennio specialistico di “Pianista accompagnatore per la danza” presso il Conservatorio di musica “A. Casella” de L’Aquila, nato all’inizio in convenzione con l’Accademia Nazionale di Danza di Roma, ha contribuito in maniera lungimirante alla formazione di un’importante figura, quella del musicista accompagnatore per la danza, la cui nuova professionalità lo porta a indagare nel suono una inedita corporeità motoria in incessante e multiforme attività. È proprio in questo corso, nel quale insegnavo Teoria della danza, ho conosciuto Walter Gaeta come studente. Da queste mie lezioni, fondate sull’acquisizione di alcune competenze di base per leggere e analizzare il movimento e per riconoscere la struttura di una coreografia, ritengo forse sia nato l’interesse di Walter per la danza. Lo ricordo sempre pieno di curiosità, con gli occhi che gli brillavano e si inumidivano di gioia e di commozione. Al momento della conclusione dei suoi studi è stato inevitabile quindi che Walter approdasse a una tesi che aveva per oggetto i suoi interessi e la sua grande passione: Ellington e la danza. E questa sua passione è diventata oggi un libro. È per questo che anche un lettore meno avvezzo alla materia riesce a percepire in questo libro un grande entusiasmo, ammantato di competenza e serietà, soprattutto laddove la musica e la danza si intrecciano in un abbraccio analitico. E lì, soprattutto, riconosciamo la sensibilità di Walter come artista e come uomo. 2 3