Prefazione di Furio Di Castri Leggendo queste pagine, la prima cosa che ho notato la leggerezza delle conversazioni, la competenza e la sensibilit delle domande e la generosit con cui i musicisti hanno risposto, chi con ironia, chi con seriet , chi espandendo piccole perle di saggezza. Credo che questo sia dovuto non solo alla caparbiet di Simone ma soprattutto al contesto in cui tutto ha avuto luogo. Un clima rilassato, denso di incontri, di happening ed eventi in cui gli artisti si sono trovati a proprio agio e forse un po ai margini dei rapporti formali. Simone un musicista attento, rigoroso e molto curioso. Il suo approccio con gli intervistati stato informale, sicuramente diverso da quello che avrebbero avuto i professionisti del mestiere, giornalisti o musicologi. Ha raccolto in poco tempo testimonianze di tantissimi grandi musicisti, che si sono lasciati andare con una disponibilit e una confidenza che forse non avrebbero manifestato se si fossero trovati di fronte al redattore di un DownBeat invece che a un giovane musicista. Gli anni in cui nato il TJF sono stati come un fulmine a ciel sereno. La citt si riempita letteralmente di musica ed stato un momento di crescita e di incontro tra grandi artisti e giovani. Anni che hanno dato una spinta fantastica alla diffusione della cultura e del jazz. Si suonava ovunque. La musica aveva letteralmente occupato il centro storico della citt e dai palchi principali fino al fiume il suono