CAPITOLO 1

La rottura pedagogica della pandemia: dalla scuola che accoglie alla scuola che discrimina

Se comprendessimo il meccanismo e le motivazioni della mentalità di gruppo, non sarebbe possibile controllare e irreggimentare le masse secondo la nostra volontà, a loro insaputa? 

Edward Bernays, Propaganda

Chi insegna nella scuola pubblica italiana sa bene quanto sia stata grande per decenni l’insistenza normativa sull’inclusione, sull’accoglienza, sulle pari opportunità1 a scuola, in ossequio ai princìpi fondamentali dell’ordinamento costituzionale (artt. 3 e 34 Cost.). La retorica ministeriale ha insistito costantemente sulla didattica personalizzata e inclusiva proprio mentre la scuola affrontava la sfida sempre più difficile e via via crescente dell’accoglienza di minori stranieri, di allievi con disturbi di apprendimento, con difficoltà personali, familiari, sociali, con disabilità. A chi ha a cuore la scuola pubblica, tale insistenza, certamente giustificata e condivisibile in linea di principio, dati gli evidenti cambiamenti sociali in atto, è apparsa per lo più di facciata, una modalità per lavarsi la coscienza, mentre di fatto alla scuola venivano sottratti o negati fondi, risorse umane, ambienti e dotazioni adeguati.