1. Adattarsi all’ambiente

L’umanità intera è una: una razza, una classe, una società. Questa però è divisa in molti gruppi, così diversi l’uno dall’altro che è impossibile realizzare una concordanza tra di loro. Com’è interessante e misteriosa l’umanità!

L’uomo abita l’intera superficie del mondo. Nonostante le diverse condizioni climatiche gli uomini vivono ovunque: ai poli, nel deserto. Questi uomini sono così diversi gli uni dagli altri perché si adattano alle loro condizioni di vita. C’è un’evoluzione in ogni forma di civiltà. Quando gli uomini si abituano a certe condizioni, non rimangono gli stessi. Attraverso l’adattamento nascono gruppi spirituali diversi. Solo l’uomo è in grado di farlo. Da un punto di vista scientifico si potrebbe dire che non è così per gli animali, che portano le caratteristiche particolari della loro specie.

Gli uomini in Italia, Francia o Inghilterra cinquecento anni fa vivevano in condizioni molto diverse da quelle attuali. Se un mio antenato di sei secoli fa fosse qui oggi, non sarebbe in grado di vivere nelle condizioni attuali. Direbbe: “Oh! Il mondo è pieno di contrasti terribili. Non posso vivere in questa terra dove c’è così tanto movimento.” Troverebbe altrettanto impossibile vivere nelle condizioni che prevalevano nell’Italia di dieci secoli fa. Eppure gli italiani di dieci secoli fa trovavano la loro vita molto facile! Com’è possibile che le persone vivano bene nel proprio ambiente, a prescindere dalle condizioni? È molto difficile per l’adulto adattarsi a condizioni diverse da quelle a cui è stato abituato. È il bambino che ha il potere di creare la personalità umana adatta alle sue condizioni di vita e il potere positivo di adattarsi all’ambiente in cui nasce. Il bambino nasce con questo potere speciale di creare non solo l’uomo che trova la vita facile nelle condizioni del suo ambiente, ma anche di incarnare le idee spirituali del gruppo a cui appartiene. E questo perché? Perché il bambino ha il potere di creare gli adulti di quel gruppo. Ecco il motivo per cui un uomo che si pone lontano dal bambino non può sperare di raggiungere la virilità, né di vivere in pace. Voi riderete e mi direte che è Dio a creare gli esseri umani e la natura che possiedono. Certo è vero che Dio si serve dell’uomo per raggiungere il suo obiettivo, cioè che l’uomo sia sereno e contento, in qualsiasi ambiente si trovi. Questo inizia con il bambino.

È nel bambino che l’adulto si prepara o meno ad adattarsi all’ambiente in cui si trova. Dobbiamo quindi cambiare le nostre attuali idee sbagliate e percepire la natura della relazione che esiste tra un adulto e un bambino. Se il bambino non riuscisse ad adattarsi al suo ambiente, l’umanità non sarebbe in grado di cambiare e di vivere pacifica e felice in condizioni diverse. L’uomo che permette al bambino che è in lui di crescere si trova bene nel suo ambiente e realizza le conquiste dell’umanità.

Esistono due funzioni nell’umanità: quella che appartiene all’adulto e quella che appartiene al bambino. Il bambino svolge un ruolo molto importante nella formazione dell’umanità, da cui dipende tutto. Il bambino è diverso dall’adulto, non vuole le cose a cui noi adulti siamo abituati. Il bambino ha il potere di strutturare le vere caratteristiche dell’uomo adulto, un potere che l’adulto non possiede più. Se il bambino non costruisce le caratteristiche naturali di un adulto, questo non è in grado di svolgere il compito da solo.

Consideriamo ad esempio il linguaggio dell’uomo: da una parte c’è un adulto che deve imparare o acquisire una nuova lingua, dall’altra un bambino appena nato che deve anch’esso acquisire una nuova lingua. Almeno la persona adulta ha alcuni vantaggi rispetto al neonato: sa parlare e possiede già una lingua. Il bambino acquisisce la lingua del suo ambiente semplicemente vivendo, o almeno così sembra. È completamente solo, eppure deve parlare.

Non appena il bambino nasce, la sua attenzione è attratta dalle parole che sente pronunciare intorno a sé. I suoni che sente sono del tutto nuovi. Questi rappresentano idee e il bambino li associa alle idee che rappresentano. Il bambino è in grado di acquisire i suoni che sente con una perfezione tale che in seguito si potrà dire che fa parte di un certo gruppo. Nessun adulto può riprodurre alla perfezione una lingua straniera. Qualsiasi lingua, che chiamiamo la nostra lingua, è la lingua che il bambino è stato in grado di costruire. Alcuni dettagli di una lingua straniera sono molto difficili da imparare, a meno che non venga parlata da un esperto, eppure il bambino impara e parla una lingua nuova dopo tre anni. Quanti libri di grammatica, quanti insegnanti ci vorrebbero per fare la stessa cosa! Il bambino impara da solo, nessuno glielo insegna. Crea qualcosa che gli appartiene. È il bambino che è in grado di fissare le caratteristiche del popolo e le caratteristiche della lingua. Studiandolo con attenzione, vediamo che possiede poteri speciali con cui sviluppa le caratteristiche dell’adulto che diventerà.

A età differenti il bambino possiede sensibilità diverse e speciali, ognuna delle quali gli permette di fissare una caratteristica dell’adulto2. Si tratta di un potere che dura solo il tempo necessario ad acquisire la caratteristica speciale. Una volta acquisita, il potere viene perso. Poi ottiene un altro potere per acquisire un’altra caratteristica e così via.

La storia del bambino è davvero meravigliosa. Può l’adulto fare ciò che fa il bambino? Quando si sente un forte dolore ai denti e non si riesce più a sopportarlo, si va dal dentista, che ci lascia senza denti per sempre. Guardate il bambino! Ha una serie di denti, li perde uno dopo l’altro, ma ne ottiene comunque una nuova serie. Il bambino ha il potere, solo durante l’infanzia, di sostituire tutti i denti. Lo dico solo per richiamare l’attenzione sul compito del bambino come costruttore attivo del cervello dell’adulto, il quale gode poi del patrimonio che ha ereditato dal bambino.

Il bambino è spinto dalle opportunità che gli vengono offerte, è pieno di possibilità di costruzione, ed è il costruttore dell’uomo. Da qui la frase spesso citata: “Il bambino è il Padre dell’uomo.”3 Non è corretto dire che il bambino è plastico per la sua capacità di acquisire caratteristiche. Potrebbe forse mettere un nuovo paio di denti se fosse plastico? La vita del bambino è una lunga lotta, ma quando è costruttivo è felice. Il bambino e il suo ambiente sono in costante relazione: egli sente che l’ambiente crea una legge, una legge così potente che contribuisce alla trasformazione della sua stessa personalità. Mentre subisce la trasformazione, egli crea.

Nel suo periodo iniziale il bambino sente i suoni delle parole che pronunciamo intorno a lui. Quanti tipi di rumori ci sono intorno a un bambino che vive vicino a una stazione ferroviaria o in una città come Londra. Eppure, tra tutti questi suoni, il bambino distingue i suoni speciali delle parole pronunciate e le modifiche dei suoni che formano parole diverse. I suoni dei fischietti e lo sferragliare delle ruote sono più forti, ma il bambino ha una sensibilità particolare per quei suoni speciali che formano la parola.

Se aveste una torcia, vedreste nell’oscurità solo la parte che i raggi di questa illuminano. Qualcosa di simile accade nel cervello. I raggi del pensiero sono diretti verso i suoni delicati che si trovano nella parola. Questi suoni producono vibrazioni così perfette che il bambino le riproduce alla perfezione. Quanti movimenti difficili sono necessari per riprodurli; certe contorsioni di muscoli speciali della guancia e della gola sembrano combinarsi insieme per riprodurre questi suoni molto, molto delicati. Queste vibrazioni cominciano ad avere un senso per il bambino. Perché il bambino che vive vicino alla stazione ferroviaria, che non presta attenzione ai rumori delle locomotive, presta molta attenzione alle parole? Deve avere il potere di scegliere il suono interno da quello esterno. Qui sta il grande potere creativo del bambino.

Per saperne di più sui periodi sensibili dei primi sei anni di vita del bambino consultare il libro di Maria Montessori Il segreto dell’infanzia, 1936.

Da una poesia del poeta inglese William Wordsworth (1850-1970) pubblicata nelle Ballate liriche, 1798.