Come giovane blogger Lei ha un osservatorio privilegiato sul mondo adolescenziale: quale quadro emerge di questa realtà?
Essere adolescenti oggi significa, soprattutto, sentire il pressante bisogno di essere visti, una caratteristica che da sempre accomuna chi attraversa
questa delicata fase ma che, oggigiorno, risulta amplificata e condizionata dai social network. Ho intuito come gli odierni adolescenti conoscano solo la vergogna di non avere fascino e questo problema è alla base di tanti suicidi o di tanti
disturbi alimentari. Credo sia questo l’aspetto sul quale si debba lavorare, puntando sulla bellezza complessiva della persona, in quanto la vergogna di
non essere belli, nell’universo dei giovani di oggi, è una bruttissima bestia difficile da domare. Ma avverto anche come gli attuali ragazzi siano
persone meravigliose. Hanno codici di comunicazione e comportamenti non decifrabili secondo i nostri parametri, eppure sento arrivare da loro una
sensibilità e un’attenzione verso gli altri che noi non avevamo. Sono generosi e profondi. Anche quando si relazionano attraverso provocazioni o
silenzi. Secondo me, quella che sta venendo fuori è una generazione splendida. Poco tempo fa una ragazza di sedici anni ha lasciato un messaggio sul mio
blog, scrivendo di essere chiusa in se stessa, di non avere amici in quanto si percepisce inadeguata. Mi ha chiesto se anch’io alla sua età mi sentissi
persa, sola e un po’ sconfitta: come se solamente gli altri avessero commesso meno errori, fossero migliori, più forti, meno fragili e irrisolti. Essere
adolescente comporta anche questo: comprendere chi resta, chi è solo una parentesi, chi una spalla su cui piangere, chi un sorriso, chi uno schiaffo. E
andare avanti più soli ma più solidi. È dura aprire gli occhi la mattina e concludere il bel sogno che ci ha accompagnato durante la notte: ma anche
questo significa crescere.
Tutti i drammi dell’adolescenza stanno già nelle opere di chi li ha a suo tempo vissuti, affrontati e superati, ciascuno a suo modo, secondo la propria
possibilità: stanno nel corpo inadeguato di Leopardi, nell’emarginazione di Foscolo, nella ricchezza irrequieta di Alfieri, nell’irruenza di D’Annunzio.