CAPITOLO V

Successo a ogni costo

Per quanto ignoto ai più, il termine stress utilizzato per descrivere uno stato emotivo rappresenta di fatto una metafora. In origine il suo impiego si limitava allo studio scientifico dei metalli e di altri materiali, con il significato (cito il mio dizionario) di “tensione o deformazione” dovuta a una forza eccessiva. Una barra d’acciaio è in grado di sopportare solo un determinato livello di tensione prima di spezzarsi.
Quindi che cosa esercita, in senso figurato, una forza simile sui bambini? E che cosa accade quando si “spezzano”?
Nel momento in cui la loro età diventa a due cifre, il gioco - della disciplina - si fa più duro. Gli adolescenti si mettono nei guai con grande facilità e quando si ribellano (comprensibilmente) al controllo dei genitori, questi ultimi si sentono spesso tentati di ricorrere a regole più rigide e a inasprire le punizioni inflitte. Tuttavia ai ragazzini capita di essere sotto stress anche per un altro motivo: il messaggio recepito con frequenza crescente è che non solo ci si aspetta da loro obbedienza, ma anche successo; non devono solo essere buoni, ma anche bravi.

Nel corso degli ultimi vent’anni i manuali scritti da professionisti della salute mentale e da vari autori ci hanno avvertito che i nostri ragazzi sono sottoposti a impegni, pressioni e sovraprogrammati. Uno studio pubblicato nel 2002 rivela un tasso preoccupante di alcolismo (specie tra i ragazzi) e di depressione (in particolare tra le ragazze) negli undicenni e dodicenni delle periferie urbane. I ricercatori individuavano l’origine dei sintomi nel fatto che i ragazzini fossero già costretti a concentrarsi sull’ammissione ai migliori college.
Inoltre negli studenti di seconda media che confessavano l’eccessiva attenzione dei genitori nei confronti dei loro risultati scolastici erano facilmente rilevabili sintomi d’ansia e di “perfezionismo disadattivo”. Disturbi assai meno frequenti nei compagni i cui genitori erano più interessati al benessere dei figli piuttosto che ai loro risultati1. Vorrei farvi notare che si tratta di due obiettivi non solo diversi, ma che spesso mirano verso direzioni opposte; e come denunciato dallo psicanalista Erich Fromm “Sono pochi i genitori che hanno il coraggio e l’indipendenza di avere più a cuore la felicità, che non il successo, dei figli”2.