La domanda genera un ulteriore, drammatico interrogativo: perché ci comportiamo così? Se l’educazione basata sull’amore condizionato e sul controllo è davvero deleteria come affermo - ma, più importante ancora, come dimostrato dalla ricerca scientifica e dall’esperienza quotidiana - perché mai è tanto diffusa? O, detto in altri termini, che cosa trattiene tanti di noi dall’essere genitori migliori?
A questo punto sarete desiderosi di sapere qualcosa in più sulle alternative.
Tuttavia sarà ben difficile che consigli specifici su che cosa dire o su che cosa fare con i nostri figli attecchiscano davvero e abbiano effetto se prima non vogliamo affrontare i motivi che ci hanno spinto tanto a lungo a comportarci diversamente. Per ripetere quel che faccio, bisogna che ripeta quel che penso, il che significa identificare le origini di uno stile educativo abituale e condizionato. Saltare questa fase implica trovare tante scuse per rifiutare qualsiasi idea nuova o, nel caso in cui si decidesse di abbracciarla, finire per ritornare, al primo intoppo, alle modalità note e rassicuranti.
I motivi che ci spingono a essere genitori di un certo tipo si possono dividere grosso modo in quattro categorie: quello che vediamo e sentiamo; quello che crediamo; quello che proviamo e, come risultato delle prime tre categorie, quello che temiamo. Si tratta di definizioni poco precise, le cui spiegazioni stesse tendono a convergere. Tuttavia è possibile iniziare a comprendere i metodi educativi esistenti a partire da ciò che influenza i nostri comportamenti in superficie, per poi individuare le principali convinzioni e norme culturali alla base di tali influenze e, infine, concentrare l’attenzione su come bisogni e timori - che dipendono sostanzialmente dalla maniera in cui si è stati educati - influenzino le modalità di interazione con i figli.