CAPITOLO VII

I princìpi dell’amore incondizionato

È bene che vi avverta subito: qui di seguito non troverete nessuna ricetta illustrata su “come crescere figli perfetti”. Prima di tutto dovrei essere io un genitore pressoché perfetto, e purtroppo non lo sono, per poter pensare di propinare agli altri una guida risolutiva e a prova di insuccesso su come crescere i loro, di figli. Secondo, nutro comunque forti dubbi sul senso di un approccio del genere. I consigli molto specifici (Se tuo figlio dice xprova a recarti presso y, e con un tono di voce z pronuncia la frase…”) non rispettano né i genitori, né i loro bambini. Crescere un figlio non è come montare un impianto home theater nel proprio salotto o preparare lo stufato, per cui basta solo seguire alla lettera le istruzioni di un esperto. Non esistono formule buone per tutti i casi, né posso prevedere un numero infinito di situazioni. Quindi i manuali che dichiarano di poter offrire formule del genere, tanto ambiti da mamme e papà alla disperata ricerca della cura miracolosa, fanno in genere più male che bene.

Quello che intendo fare, in questo e nei prossimi capitoli, è stilare una serie di princìpi generali e alcune proposte su come elaborare possibili alternative ai metodi educativi convenzionali, attingendo ai risultati della ricerca scientifica, alla sintesi di alcune opere di esperti competenti, dalla mia stessa esperienza e dall’osservazione di tante famiglie. Dovrete solo decidere se queste proposte vi sembreranno sensate e, in caso affermativo, come poterle applicare al percorso di crescita dei vostri figli.
I consigli che vi darò risulteranno, in verità, ben più impegnativi di quelli proposti in molti altri manuali. È più difficile far sì che i nostri bambini si sentano amati incondizionatamente che amarli e basta. È più difficile rapportarsi alla loro complessità che non concentrarsi solo sul loro comportamento.
È più difficile tentare di risolvere un problema insieme a loro, spiegando loro le ragioni per cui è bene fare la cosa giusta (per non parlare di come aiutarli a elaborare le loro ragioni) che non controllarli ricorrendo a bastone e carota. “Collaborare” richiede molti più sforzi che non “controllare”.