CAPITOLO I

Amore condizionato

Mi è capitato di provare sollievo all’idea che, nonostante tutti gli errori commessi (e che continuo a commettere) da genitore, i miei figli staranno comunque bene per il semplice fatto di amarli. Dopo tutto l’amore lenisce ogni ferita. All you need is love1. Amare significa non dover mai dire mi dispiace di aver perso la calma in cucina, stamattina.
Si tratta di un’idea rassicurante perché basata sul concetto dell’esistenza di una realtà chiamata Amore dei Genitori, un semplice farmaco da somministrare ai figli a dosi più o meno massicce (più massicce sono, meglio è, ovvio). E se tale idea si rivelasse fatalmente semplicistica? Se esistessero diversi modi di amare i figli, e non tutti ugualmente auspicabili? Come osserva la psicanalista Alice Miller, si può amare un figlio “appassionatamente - ma non nel modo in cui avrebbe bisogno di essere amato”. Se questo è vero, la vera domanda non è se - o, addirittura, quanto - amiamo i nostri figli. Conta pure come li amiamo.

Appurato ciò, ecco presto stilata una lunga lista dei diversi tipi d’amore parentale, con varie indicazioni su quale di essi sia preferibile. In questo libro viene operata una distinzione sostanziale - ossia quella tra l’amare i figli per quello che fanno e amarli per quello che sono. L’amore del primo tipo è condizionato, ovvero deve essere conquistato dal bambino attraverso un comportamento da noi considerato consono o adeguandosi ai nostri standard. L’amore del secondo tipo è incondizionato: non dipende da come si comporta il bambino, dalla sua riuscita, dall’educazione o altro.