CAPITOLO X

Il punto di vista del bambino

Che cosa facciamo perché i nostri figli crescano felici? Si tratta di una domanda notevole, ma ve ne faccio un’altra: che cosa facciamo perché i nostri figli crescano sensibili verso la felicità degli altri?1.
È bene non lasciare che il primo obiettivo sovrasti il secondo - o, per di più, non impiegare più energie nel cercare di crescere figli gentili ed educati che non nel cercare di aiutarli a essere davvero sensibili e impegnati a comportarsi bene. Dobbiamo concentrarci sulla crescita morale dei nostri figli.
Ciò significa rivedere molti dei princìpi descritti in altri manuali per genitori. “Limiti” e “confini”, ad esempio, sono in genere concepiti come restrizioni imposte dagli adulti ai bambini. Ma il nostro obiettivo non era quello di far sì che i nostri figli si astenessero da determinati comportamenti non tanto perché proibiti, ma perché sbagliati? I limiti imposti alla con dotta dei figli dovrebbero, in altre parole, essere vissuti come impliciti al contesto. Vorremmo che si chiedessero “Se faccio x, come si sentirà l’altro bambino?” - e non “Posso fare x?”, oppure “Mi metto nei guai a fare x?”
Si tratta di una meta ambiziosa, ma non irrealistica perché disponiamo di materiale valido su cui lavorare. Gli esseri umani nascono con la capacità di voler bene, per cui i genitori che sperano di educare un figlio alla sensibilità verso i bisogni dell’altro già trovano “un alleato nel bambino”, per usare una definizione di Martin Hoffman.

Ovvio che i bambini, se lasciati a se stessi, non diventano automaticamente adulti onesti: hanno bisogno del nostro aiuto. Per incominciare hanno bisogno che la smettiamo di assumere comportamenti che interferiscano con la loro crescita morale, quali premi e punizioni, radicati nell’interesse personale e indicatori dell’ansia del bambino a tale riguardo. La rimozione delle manifestazioni principali della disciplina convenzionale rappresenta un passo importante nel percorso attraverso cui il bambino viene aiutato a sintonizzarsi con il benessere del prossimo. Ma non è che un passo: l’eliminazione di metodi educativi deleteri deve essere accompagnata dall’introduzione di metodi rispettosi.