3.1 Segnali e stati comportamentali
“Quando un organismo entra in contatto con un altro organismo avvia un processo bioenergetico. Le onde di eccitazione di un corpo mandano le loro
vibrazioni nello spazio circostante e possono far vibrare altri corpi. L’abilità delle madri di sentire ciò che succede ai loro bambini dipende da
questo tipo di connessione tra loro. Con il contatto […] la madre sa di cosa ha bisogno il bambino”1. Mentre noi siamo abbastanza consapevoli
dei nostri stati d’animo e del fatto che siamo nel mood per il massaggio, il bambino, dal canto suo, non potrà comunicarci verbalmente la sua
voglia o il suo rifiuto di essere massaggiato. La sua comunicazione è “senza parole” ma ricca di segnali non verbali che solo i genitori possono
cogliere. T.B. Brazelton, famosissimo pediatra americano, sottolinea l’importanza per un genitore di osservare il proprio piccolo. Il comportamento del
bambino potrà guidarvi: se gradisce ciò che state facendo tutto il suo corpo ve lo dirà, si illuminerà in volto, si muoverà allungando le braccia e le
mani verso di voi. Se invece quello che fate non gli piace, comunque troverà il modo per farvelo capire: potrebbe irrigidirsi o voltarsi dall’altra
parte, interrompendo il contatto visivo, o comincerà ad agitarsi e a piangere. Ogni neonato invia segnali chiari e ogni genitore, con i suoi tempi,
impara a coglierli e a riconoscerli. Ovviamente è un percorso che passa anche attraverso errori e aggiustamenti. Ogni sbaglio rappresenta una risorsa e
una forma di apprendimento che permette al genitore di “tarare” le sue scelte future.