CAPITOLO II

Allattamento

Storia dell’allattamento al seno

L’allattamento è un argomento di grande attualità. Ma ci siamo mai soffermati a pensare come lo affrontavano le donne dei secoli passati? E quali erano i problemi a cui esse andavano incontro o i comportamenti adottati dalle società antiche?


La donna ha percorso un cammino difficile anche in questo (non che oggi sia facile, purtroppo), pieno di ostacoli e di malattie. La sua maggiore preoccupazione era quella di non potere proseguire l’allattamento, precludendo così al suo bambino la sola fonte conosciuta di cibo: il latte materno. Ella si appellava costantemente alle divinità che lo presiedevano e proteggevano lei e il suo bambino, affinché i piccoli inconvenienti e i grandi problemi potessero trovare una risoluzione. L’allattamento veniva praticato in tutte le civiltà antiche, tranne in casi di estrema gravità, come la malattia o la morte della madre, o nella eventualità ci si trovasse in presenza di gemelli.

Lungo il nostro percorso storico, il primo nome che dobbiamo ricordare è quello di Sorano di Efeso1 (98-138 d.C.), che visse a Roma nella prima metà del II secolo dell’era cristiana. Egli, come un moderno puericultore, si interessò di tutti gli aspetti dell’allevamento del lattante e del bambino, fornendo consigli pratici di igiene e di assistenza al neonato, con particolare attenzione all’allattamento materno. E proprio su questo punto è incentrata la sua importanza, perché le sue teorie influenzeranno profondamente i comportamenti sociali delle popolazioni dei secoli a venire.

Sorano era convinto per i primi due giorni di vita il neonato dovesse essere alimentato soltanto con miele bollito, e bisognasse aspettarne altri venti prima di attaccarlo al seno, nutrendolo nel frattempo con latte di altra donna (egli riteneva infatti che il latte dei primi giorni fosse indigesto e inadatto ai bisogni del neonato). Se, trascorso questo periodo, la donna fosse stata impossibilitata a iniziare l’allattamento o se, immediatamente dopo l’inizio, non avesse potuto continuare, si doveva fare ricorso a una balia, scelta seguendo precisi e rigidi canoni, fisici e morali.


Questi comportamenti rimarranno invariati per secoli e si andò sempre più diffondendo l’usanza dell’allattamento mercenario (balia), soprattutto come distinzione di prestigio e rango sociale. Proprio in questo contesto, molte voci autorevoli si alzarono per sostenere, difendere ed elogiare l’allattamento.


Plutarco, ad esempio, affermò che la Natura aveva posto il seno della femmina umana in una posizione alta perché ella potesse abbracciare e affezionarsi al figlio mentre lo allattava. Infatti, fin dalla notte dei tempi, si erano intuite l’insostituibilità e la perfezione del latte materno, ma ora ci si convinceva soprattutto della presenza, in esso, di quel valore aggiunto che rendeva speciale il legame madre - figlio.