capitolo xiii

Quando la mamma
torna al lavoro

Oggi in moltissime coppie entrambi i genitori lavorano, per piacere o per necessità: nel migliore dei casi, molte mamme quando il piccolo compie 3 mesi, devono rientrare al lavoro e molti genitori si devono quindi porre il problema di “a chi affidare il bambino”.


In alcuni casi – rari – se gli orari di lavoro di mamma e papà non coincidono, il bambino comincerà a passare un po’ di tempo con il padre, che si prenderà cura di lui, nutrendolo attraverso il biberon con il latte che la mamma ha spremuto e conservato, cambiandogli il pannolino quando occorre, facendogli il bagnetto, proteggendolo durante il sonno, parlando e raccontandogli storie.

Nella mia esperienza ho visto che oggi molti padri sanno accudire assai bene i loro piccoli senza sovrapporsi alle mamme, ma condividendo il lavoro di cura e rafforzando molto i legami affettivi.


Questa evenienza tuttavia è abbastanza infrequente e quindi i piccoli hanno tre scelte: i nonni, la baby sitter o il nido.


Ritengo che un Paese civile dovrebbe avere molto a cuore questo problema offrendo alle giovani madri tutte le facilitazioni legali e contrattuali per rimanere vicino ai loro bambini almeno fino al primo anno di vita e credo che le mamme dovrebbero sfruttare tutte le opportunità offerte per raggiungere questo scopo.


È anche vero che ogni rapporto madre-bambino è unico e originale e il vissuto della separazione cambia molto da mamma a mamma. Per alcune, appassionate del proprio lavoro prima della gravidanza, esiste un sentimento ambivalente: il desiderio di riprendere i contatti con la propria vita lavorativa e la sofferenza derivante dalla separazione; per altre il ritorno al lavoro è una vera necessità per non sentirsi troppo legate, altre ancora vorrebbero ritardare il più possibile il rientro al lavoro.