capitolo xi

Le vaccinazioni

Le vaccinazioni sono tutte necessarie?

Molti genitori al momento di recarsi nei centri vaccinali per somministrare i vaccini ai loro bambini sono in grande apprensione. L’idea di introdurre nell’organismo dei loro figli virus, batteri o loro frazioni, spesso ottenute con tecniche di ingegneria genetica – anche se trattati al fine non di provocare le malattie, ma solo anticorpi per difendersene – li preoccupa e vorrebbero essere rassicurati dai loro pediatri o dai medici dei centri vaccinali dell’assoluta innocuità di ciò che verrà inoculato.


È una ansia legittima, motivata dal desiderio di essere adeguatamente informati per decidere in condizione di libertà e piena consapevolezza sui vantaggi, ma anche sui rischi derivanti dalle vaccinazioni, come d’altra parte raccomanda la Convenzione di Oviedo per la protezione dei diritti dell’uomo e della dignità dell’essere umano nei confronti della biologia e della medicina, ratificata in Italia con la legge 145 del 2001.


A molti genitori che chiedono indicazioni e rassicurazioni capita invece, sempre più sovente, di ricevere risposte sommarie che enfatizzano i vantaggi delle vaccinazioni e minimizzano o negano del tutto i loro effetti collaterali limitandosi nel migliore dei casi a elencare piccoli disturbi di scarso valore come la febbre o la tumefazione nei punti di inoculazione a rapida risoluzione spontanea.


Gli operatori sanitari, come afferma Luisella Grandori dell’Associazione Culturale Pediatri, dovrebbero essere maggiormente consapevoli

delle basi etiche della loro opera, del diritto delle persone di essere informate in modo trasparente e completo, di esprimere la propria volontà (scegliere) e di dar forma alla propria esistenza.

Anche gli operatori sanitari dovrebbero essere informati e dovrebbero informarsi in maniera completa e continua sull’andamento epidemiologico delle malattie infettive, sul rapporto costi/benefici delle singole vaccinazioni e sulle possibili reazione avverse dei vaccini. Questo ruolo di informazione, aggiornamento continuo e consulenza tecnica dovrebbe spettare ad agenzie pubbliche (Istituto Superiore di Sanità, Osservatori epidemiologici regionali) le quali dovrebbero garantire innanzitutto un’informazione indipendente dagli interessi delle Case produttrici di vaccini – capaci spesso, grazie alle loro enormi risorse finanziarie, di condizionare le autorità politiche nelle scelte di carattere sanitario – e di recepire, senza pregiudizi, anche gli stimoli provenienti da ambienti e associazioni critiche nei confronti delle vaccinazioni.

Molte decisioni riguardanti la salute di adulti e bambini infatti sono state prese dagli organi competenti tenendo in scarsa considerazioni il rapporto costi/benefici per la collettività, e/o senza attendere il completamento degli studi attestanti l’assenza di gravi effetti collaterali. A dimostrazione di quanto affermato ecco tre esempi significativi.