le singole malattie

Il Tetano

Il tetano è causato da un microbo, il Clostridium Tetani, che penetra nell’organismo attraverso ferite della pelle. Non si trasmette da persona a persona. È un bacillo strettamente anaerobio (vive in ambiente povero di ossigeno) che produce delle spore. Queste sono molto resistenti: restano vitali a lungo e possono persistere nella polvere e nel terreno, sopratutto se non sono esposte alla luce del sole, e nei climi caldi e umidi. Si trovano in particolare nelle feci degli animali, prevalentemente erbivori (nell’intestino del 10-20% dei cavalli), ma anche dei cani e di molte altre specie animali. È stato trovato anche nell’intestino umano, soprattutto di chi vive in campagna. Il batterio produce diverse tossine: la tetanospasmina è l’unica responsabile della malattia. Porta d’ingresso dell’infezione sono ferite sporche, infette o mal irrorate, provocate da spine, contusioni, o ustioni, ma soprattutto lesioni in cui penetrano nella pelle corpi estranei, come legno, vetro o metallo1. In molti casi, tuttavia, la ferita è talmente insignificante da non essere neppure ricordata. L’infezione nella zona della ferita è favorita dalla scarsa irrorazione provocata da disfunzioni circolatorie, come arteriosclerosi o diabete.


Probabilmente la contaminazione delle ferite con le spore del tetano avviene abbastanza di frequente, ma la germinazione e la produzione di tossina avvengono solo di rado, in un ambiente povero di ossigeno, come si ha nelle ferite profonde, in quelle con margini devitalizzati, con corpi estranei trattenuti. Il suo veleno, la tossina tetanica, arriva al sistema nervoso centrale attraverso le vie nervose. A seconda della localizzazione della ferita, ossia se questa è in prossimità del cervello o del midollo spinale, la malattia si presenta entro un periodo che varia da due giorni a quattro settimane: la tetanospasmina altera la trasmissione dell’impulso nervoso ai muscoli, con conseguenti spasmi dolorosi a tutta la muscolatura. Sono più a rischio di morte i soggetti in cui gli spasmi interessano i muscoli laringei e respiratori.


Il tetano richiede ricovero in terapia intensiva; il paziente dovrà essere attaccato al respiratore artificiale e curato con farmaci quali sedativi, miorilassanti, antibiotici, immunoglobuline e antitossine. La mortalità, in passato molto alta, da alcuni anni è diminuita, grazie ai progressi della medicina, ed è provocata specialmente dalle complicazioni polmonari entro una decina di giorni. Nei casi non mortali, entro una o due settimane dalla manifestazione della malattia, gli spasmi diminuiscono, fino alla completa remissione e guarigione. Anche dopo aver superato la malattia non si acquisisce un’immunità permanente, per cui si potrebbe essere nuovamente colpiti dalla tossina.


Il pericolo del tetano può essere ridotto anche nei soggetti non vaccinati con una buona pulizia e disinfezione delle ferite. Se il paziente si ferisce in assenza di copertura immunitaria, la vaccinazione successiva non è sufficiente. In questi casi, si consiglia la somministrazione simultanea della vaccinazione e delle immunoglobuline contro il tetano. Le immunoglobuline sono costituite da anticorpi derivati dal sangue di un donatore. Queste agiscono prontamente, entro 72 ore dalla somministrazione, neutralizzando la tossina tetanica e impedendo così il manifestarsi della malattia.