le singole malattie La Pertosse a pertosse è una malattia infettiva altamente contagiosa, caratterizzata da tosse ripetitiva parossistica che insorge ad accessi. È dovuta a un piccolo coccobacillo, la L Burdetella Pertussis, che di regola conferisce un’immunità duratura. Clinicamente è difficile da distinguere dalla sindrome pertussoide, provocata da germi come la Burdetella Parapertussis, il Mycoplasma Pneumoniae, la Chlamydia tracheachomatis e altri: questi provocano una forma analoga alla pertosse, detta anche parapertosse. La pertosse è considerata la più diffusa tra le malattie batteriche infantili. La trasmissione avviene per contagio diretto da persona a persona attraverso le goccioline della saliva. Il periodo contagiante inizia nello stadio catarrale e si protrae fino alla quarta settimana dello stadio accessuale. Tutte le età della vita sono recettive all’infezione. La malattia colpisce in prevalenza i bambini, ed è meno frequente nelle età successive, perché lo stato dell’immunità è duraturo, e si rinnova con le successive riesposizioni al batterio 1 . Note Abraham R., Kamel R., , McGraw-Hill 2003. 1 Manuale di pediatria La pertosse si sviluppa in fasi successive. Dopo il , asintomatico, che dura fra i 7 e i 10 giorni, si manifesta con un decorso suddiviso in tre stadi. periodo di incubazione La prima fase, detto , dura da 7 a 10 giorni e presenta solitamente un quadro clinico non caratteristico. I segni e i sintomi sono quelli di una banale infezione acuta delle vie aeree superiori con raffreddore, irritazione congiuntivale, lieve rialzo termico, tosse con raucedine. Nessun pediatra può formulare una diagnosi corretta in questo stadio della malattia. Ma la tosse, invece di diminuire, come accade nelle infezioni delle vie aeree, aumenta a poco a poco di intensità, fino ad assumere caratteristiche diverse. periodo catarrale Inizia il : progressivamente compaiono i sintomi tipici. La tosse è per lo più notturna, è sempre più stizzosa e accessuale, sino a provocare vomito. Gli attacchi di tosse aumentano di frequenza e intensità, e si presenta l’accesso caratteristico. Questo insorge all’improvviso e consiste in una serie di violenti colpi di tosse (da 5 a 20) in rapida successione, cui segue un’inspirazione forzata che si manifesta con un rumore intenso, sibilante, tipico, paragonabile a un urlo, causato dalla persistente chiusura della glottide. Il fenomeno può ripetersi più volte nella giornata: da 5-6 nelle forme lievi, sino a 40-50 nelle forme più gravi. Questa fase dura 2-4 settimane. periodo parossistico Nel , che dura da 4 a 12 settimane, gli attacchi diminuiscono per frequenza e gravità. La tosse tuttavia può ricomparire con le stesse caratteristiche della fase accessuale per vari mesi in occasione anche di banale raffreddore. periodo di convalescenza La pertosse può decorrere in forma abortiva o larvata nell’adulto e nel bambino più grande. In questi casi a volte manca l’evoluzione verso il periodo accessuale, oppure gli accessi sono meno frequenti e intensi e non si accompagnano a vomito ed emissione di muco. Nel lattante si verificano le forme più gravi, con crisi di apnea e insufficienza respiratoria, e talora senza la sintomatologia caratteristica delle altre fasce di età. Gli accessi di tosse sono talvolta sostituiti da accessi incoercibili di starnuti della durata di minuti. Spesso manca il tipico urlo inspiratorio. La particolare frequenza di forme gravi di pertosse nel lattante è stata attribuita alla ristrettezza fisiologica del lume bronchiale, che ne favorisce la occlusione completa e le conseguenti turbe della meccanica respiratoria e circolatoria, nonché alla maggiore sensibilità alla tossina. Le complicanze interessano principalmente l’apparato respiratorio e il sistema nervoso. Quelle respiratorie sono dovute a infezioni polmonari sovrapposte, e alla possibile comparsa di atelettasia, enfisema e pneumotorace. A carico del sistema nervoso centrale le manifestazioni più gravi sono le convulsioni, le emorragie cerebrali e le lesioni provocate dal ridotto afflusso di sangue (anossia). Raramente può comparire una encefalopatia da pertosse. La prognosi è soprattutto condizionata dall’età e dalle condizioni di salute del paziente; la malattia è più grave nei lattanti, e in particolare nei prematuri e nei neonati. La pertosse non è una malattia legata all’intervento di una singola tossina, ma all’azione combinata di più sostanze antigeniche, dal momento che la ha una composizione antigienica molto complessa. Alcuni di questi antigeni sono soggetti a mutazioni, con una discreta frequenza. Sotto la pressione della copertura vaccinale si creano varianti spontanee del germe, che di norma non avrebbero trovato ragione per diffondersi fra la popolazione. Avviene un fenomeno simile a quello che si verifica per il virus dell’epatite B (vedi oltre). In Olanda nel 1996 si manifestarono 4231 casi di pertosse e 2671 nel 1997, nonostante una copertura vaccinale a 12 mesi di età del 96%, con quattro dosi di vaccino . Burdetella pertussis 2 L’epidemia fu diffusa in tutto il Paese, senza particolari concentrazioni geografiche e risultò particolarmente diffusa fra i gruppi di età compresi tra 1 e 4 anni e tra 5 e 9 anni. Si sviluppò in oltre l’80% dei soggetti vaccinati con il vaccino a cellule intere . Le conclusioni degli studi effettuati dimostrarono che la vaccinazione aveva causato la selezione di ceppi che erano antigenicamente diversi da quelli contenuti nel vaccino e che, pertanto, la vaccinazione era inefficace . Mutazioni simili a quelle segnalate in Olanda sono state riscontrate in seguito anche in Danimarca, in Finlandia, in Italia, in Germania, in Francia e in Belgio. Anche studi eseguiti in USA e Giappone hanno dimostrato che il vaccino provoca la comparsa di varianti antigieniche verso le quali l’effetto della vaccinazione è nullo. Questo può accadere sia con i vaccini a cellule intere (di vecchia generazione) che con i nuovi vaccini (acellulari). 3 4 5 6 7 Note Abraham R., Kamel R., , McGraw-Hill 2003. 1 Manuale di pediatria De Melker H.E. et al., , “Emerg Infect Dis” 1997 3:173-8. 2 Pertussis in the Netherlands: an outbreak despite high levels of immunization with whole-cell vaccine De Melker H.E. et al., , “Emerg Infect Dis” 2000 6:348-52. 3 Reemergence of pertussis in the highly vaccinated population of the Netherlands: observations on surveillance data Bartolozzi G., , cit. 4 Vaccini e vaccinazioni Mooi F.R. et al., , “Infect Immun” 1998 66:670-5. Mooi F.R. et al., “Emerg Infect Dis” 2001 7:526-8. 5 Polymorphism in Burdetella pertussis virulence factors P/69 pertactin and pertussis toxin in the Netherlands Adaptation of Burdetella perussis to vaccination: a cause for its reemergence? Cassady P et al., , “J Infec Dis” 2000 182:1402-8. 6 Polymorphism in Purdetella pertussis pertactina and pertussis toxin virulence factors in the United States Guiso N. et al., , “Vaccine” 2001 19:3248-52. 7 Analysis of Burdetella pertussis isolates collected in Japan before and after introduction of acellular pertussis vaccines Il vaccino Gli studi per la preparazione di un vaccino antipertosse ebbero inizio nel 1906, dopo l’identificazione della . Il primo tentativo di vaccinazione avvenne nel 1925, ma la diffusione dei vaccini si ebbe fra il 1940 e il 1950. Erano costituiti da una sospensione del germe ucciso con il calore, triturata e inattivata con formolo. Provocavano regolarmente reazioni locali ed effetti sistemici importanti, ben superiori a quelli riscontrati con altri vaccini . Burdetella 8 Il vaccino intero (detto anche “vaccino cellulare”) è sottoposto a due tipi di controllo, che sono condotti solamente sull’animale da esperimento. Il serve a valutarne l’efficacia, ed è evidente che un conto è verificare l’efficacia in un animale, un altro determinare la capacità immunologica in un uomo. Col risultato che, nella pratica clinica, i risultati sono davvero modesti. In base ai dati forniti dal Progetto Pertosse , curato dall’Istituto Superiore di Sanità, l’efficacia del vaccino cellulare preso in esame fu del 36% in Italia e del 48% in Svezia : vale a dire che solo poco più di un terzo dei bambini vaccinati in Italia e meno della metà di quelli vaccinati in Svezia col vaccino cellulare usato si immunizzarono. Anche il , che valuta la tossicità, è stato eseguito sempre e soltanto sull’animale da esperimento. Attualmente in Italia non è più disponibile in commercio alcun vaccino intero contro la pertosse, ma sono ancora prodotti e in uso in molti Paesi del mondo perché hanno un prezzo di preparazione relativamente basso in confronto a quello del vaccini acellulari. Questo tipo di vaccinazione è stata abbandonato nei Paesi più ricchi per la frequenza e gravità delle complicazioni che determina. Le reazioni generali considerate gravi conseguenti la vaccinazione sono: febbre oltre i 40,5, sonnolenza, irritabilità, vomito, pianto inconsolabile, collasso, sindrome di ipotonia-iporesponsività, stato di shock, episodi convulsivi, complicanze neurologiche permanenti (con l’arresto di sviluppo e regressione sul piano psichico e motorio, con possibile esito fatale) , reazioni anafilattiche. Esaminando soltanto i dati dei primi 8 mesi del 1981 negli USA, abbiamo notizia di oltre 5.000 richieste di risarcimento per danni gravi o morte legati alla somministrazione del vaccino (in combinazione con difterite e tetano). Non si può assolutamente negare la pericolosità di questa vaccinazione. controllo di potenza 9 10 11 controllo di sicurezza 12 Note Bartolozzi G., , “Medico e bambino” 1992 11:307-08. 8 Pregi e difetti del vecchio vaccino intero contro la pertosse Greco D., Salmaso S., Mastrantonio P. et al., , “N Engl J Med” 334, 341-8, 1996. Salmaso S., Mastrantonio P., Ciofi Degli Atti M.L., , Rapporti ISTISAN. 1996;96(23):34. 9 A controlled trial of two acellular vaccines and one wholer-cell vaccine against pertussis Progetto Pertosse (1992-1994). Studio clinico controllato sull’efficacia dei vaccini antipertosse in Italia Gustafsson L., Hallander H.O., Olin P. et al., , “N Engl J Med 334, 349-55, 1996. 10 A controlled trial of a two-component acellular, a five-component acellular and a wholecell pertussis vaccine ” Olin P., Gustafsson L., Rasmussen F. et al., , Gotab Ed, Stoccolma 1997. 11 Efficacy Trial of Acellular Pertussis Vaccines, Technical Report Trial II, 1997 Menkers J.K. et al., , “Neuropediatrics” 1990 21:171-76. Wcntz K.R., Macruse E.K., , “Pediatrics” 1991, 87: 287-297. Griffin M.R. et al., , “J Am Med Association” 1990, 263: 1641-1645. 12 Workshop on neurologic complications of pertussis and pertussis vaccination Diphtheriatetanus-pertussis vaccine and serious neurologic illness: an updated review of the epidemiologic evidence Risk of seizures and encephalopathy after immunization with the Diphtheria-Tetanus-Pertussis vaccine Nei primi anni ’70, allo scopo di migliorare l’efficacia del vaccino e per ridurre le reazioni avverse, è iniziata la produzione dei vaccini acellulari contenenti, anziché l’intero microrganismo, proteine immunogene selezionate, purificate o semipurificate e detossificate con mezzi chimici più drastici. Il primo vaccino acellulare è stato prodotto in Giappone, dove è stato commercializzato nel 1980. Anche altri Paesi, tra cui l’Italia, hanno studiato e prodotto vaccini acellulari. Si è arrivati sinora a un totale di 24 varietà, a seconda dei tipi e delle dosi di antigeni usati, e delle modalità di preparazione. Questo testimonia le difficoltà nell’identificare la formulazione ideale; gli studi che mettono in correlazione il livello di anticorpi presenti nel sangue dei vaccinati con la protezione dalla malattia non danno garanzie di efficacia. È impossibile stabilire anticipatamente il livello di protezione per la pertosse: è solo con studi clinici “sul campo” che si può stabilire l’efficacia o meno della vaccinazione nella prevenzione della malattia (e anche gli effetti collaterali a distanza): ma queste ricerche sono lunghe e costose, e spesso non vengono effettuate dalle industrie produttrici. Oggi vengono prodotti vaccini acellulari a 1, a 2, a 3, a 4, a 5 antigeni, e vaccini combinati con difterite, tetano, poliomielite, epatite B, haemophilous influenzae B, in una confusione metodologica da togliere valore a molte delle sperimentazioni cliniche condotte. La logica di fondo è Questo ragionamento contrasta con le differenti valutazioni sulla efficacia e sicurezza, tanto da far affermare, anche a chi è favorevole al vaccino: “ciò che conta è vaccinare, quale che sia il prodotto usato”. . l’idea attuale secondo cui tutti i vaccini DTPa siano uguali è un cattivo servizio per tutti i bambini e per lo sforzo di immunizzazione 13 Note Cherry J.D., , “Pediatrics” 1999 104:1381-4. 13 The science and finction of pertussis vaccines Il dibattito è aperto anche sulle quantità di dosi da somministrare. Non esistono studi che chiariscano in modo esauriente se i differenti risultati che si ottengono con i vari tipi di vaccino acellulare dipendono dalle diverse componenti inserite nel vaccino o dal diverso progetto di vaccinazione (numero di dosi) o dalla metodica di valutazione della efficacia. In Italia il numero delle dosi di DTPa è pari a 2 nel primo semestre di vita (a 3 e 5 mesi), seguite da una terza dose poco prima del compimento del primo anno e da una quarta a 5-6 anni. Vengono eseguite insieme a difterite, tetano, poliomielite, epatite B, haemophilus influenzae B (l’esavalente). Malgrado questo calendario il controllo della pertosse fra i bambini di pochi mesi non ancora vaccinati non è stato ottenuto. Eseguita la prima dose di vaccino, l’immunità contro la pertosse è inferiore al 50% e rimane relativamente bassa anche dopo 2 dosi somministrate . Si ritiene che il tasso di anticorpi diventi protettivo dopo la terza dose, all’anno di età, pur restando l’incertezza su questo valore. Dal momento che la pertosse è particolarmente pericolosa nei primi mesi di vita, la vaccinazione non assicura protezione sufficiente proprio nel periodo della vita che sarebbe più importante proteggere. 14 La realtà è che l’attuale vaccino antipertossico non evita la malattia. Valutando l’efficacia a breve termine del vaccino, apprendiamo che soltanto nel 50-70% dei vaccinati si ha protezione: nel corso di uno studio condotto in Germania in 45 ambulatori pediatrici il 3% dei bambini non vaccinati aveva avuto la pertosse, contro l’1,5% dei bambini vaccinati . 15 Mentre la durata dell’immunità indotta dall’infezione naturale è stimata essere circa di dieci anni, non è stata ancora definita con esattezza la durata dell’immunità indotta dalla vaccinazione. Secondo alcuni autori questa immunità diviene evanescente dopo 5-6 anni e viene quasi del tutto perduta dopo 7-8 anni. Nel migliore dei casi, grazie alla vaccinazione, la malattia viene solo rimandata negli anni. L’introduzione del vaccino ha influito soltanto temporalmente sulla storia della malattia: attualmente in Svezia i casi di malattia in età scolare si avvicinano nuovamente al livello di prima della vaccinazione a tappeto . Anche negli Stati Uniti, dal 1980, i casi di infezione sono decuplicati e oggi si aggirano di nuovo intorno ai livelli della fine degli anni Cinquanta . Infatti i casi di pertosse, negli Stati Uniti e in Canada, Paesi con alte coperture vaccinali da una trentina di anni, sono più che raddoppiati negli ultimi anni e la curva d’incidenza è in continua, progressiva ascesa. Negli Stati Uniti durante gli anni ’90 l’incidenza della pertosse è rimasta stabile fra i bambini di 5-11 mesi di età, mentre le epidemie fra gli adolescenti sono aumentate progressivamente . 16 17 18 19 Note Bartolozzi G., , “Medico e Bambino pagine elettroniche” 2005; 8(10) http://www.medicoebambino.com/_pertosse_vaccino_tosse_acellulare 14 Efficacia del vaccino acellulare contro la pertosse negli adolescenti e negli adulti Liese J.G. et aI., , “Arch Dis Child” 2003 88: 684-687. 15 Clinical and epidemiological picture of B pertussis and B parapertussis infections after introduction of acellular pertussis vaccines Lugauer S., Heininger K., Stchr J., Cherry D., (Abstract), Kinderarztl Praxis 1999, Abstracts zur 7 Jahrestagung der DGPI: 442. Esposito S., Agliardi T., Giammanco A. et al., , “Infect Imniun” 2001, 69(7): 4516-4520. 16 Untersuchung zur Schutzdauer nach PertussisGnundimmunisierung mit Ganzkeimbzw. azellularer Vakzine Long-term pertussis-specHic immunity after primary vaccination with a combined diphtheria, tetanus, tricomponent acellular pertussis, and hepatitis B vaccine in comparison with that after natural infection Gustafsson L., Hessel L., Storsaeter J., Olin P., , “Pediatrics” 2006, 118 (3): 978-984. 17 Long-term follow-up of Swedish children vaccinated with acellular pertussis vaccines at 3, 5,and 12 months of age indicates the need for a booster dose at 5 to 7 years of age CDC, , (Pink Book) 2007 www.cdc.gov/Nip/publications/pink/pert.pdf 18 Pertussis Bartolozzi G., , “Medico e Bambino pagine elettroniche” 2005; 8(7) http://www.medicoebambino.com/_pertosse_vaccino_adolescenti_vaccinazione 19 La pertosse: malattia domata ma non vinta. È necessario cambiare la strategia! Le ragioni di questo incremento sono determinate dalla scomparsa dell’immunità conferita dal vaccino. Durante un’epidemia nel Michigan è stato appurato che la popolazione più suscettibile a contrarre la malattia (sino al 95%) era quella vaccinata più di 12 anni prima. In un altro studio l’efficacia della vaccinazione cominciò a cadere a distanza di 4 anni . Uno studio di sieroepidemiologia dimostrò la riduzione e la scomparsa dell’immunità con il passare del tempo dalla vaccinazione. Si può concludere quindi che le risposte immunitarie sia umorali sia cellulari agli antigeni della si abbassano con il passare degli anni, sia dopo la vaccinazione con vaccino intero sia con il vaccino acellulare. Da questo dipende l’aumento di casi di pertosse nel bambino più grande, nell’adolescente, nell’adulto e nel vecchio. Quando non era diffusa la vaccinazione la circolava largamente nella popolazione, e le piccole infezioni, quasi sempre asintomatiche, servivano come richiami nell’adolescente, nell’adulto e nel vecchio, impedendo l’insorgere della malattia durante tutta la vita. Sarebbe fondamentale disporre di dati certi sulla epidemiologia della malattia tra gli adulti, e sulla capacità (che ad oggi non è accertata) del vaccino acellulare di indurre immunità di popolazione ( ). Come sappiamo bene, nel nostro Paese i casi di pertosse (e delle malattie infettive in genere) sono sottostimati. Questo non è solo un fenomeno italiano (anche negli Stati Uniti viene calcolato che i casi notificati siano di 5-6 volte inferiori a quelli realmente presenti nella popolazione) ed è molto probabile che i casi di pertosse sottonotificati riguardino soprattutto gli adolescenti e gli adulti nei quali i sintomi e i segni sono atipici, in confronto a quelli presenti nel bambino. Le epidemie fra gli adolescenti hanno sostituito le epidemie a livello di asilo nido, di scuola materna o di scuola elementare, che vedevamo qualche decina di anni fa, prima della vaccinazione universale per la pertosse, attualmente in atto. 20 21 22 Burdetella Burdetella pertussis herd immunity Note Lambert H.J., , “Public Health Rep” 1965, 80:365-9. 20 Epidemiology of a small pertussis outbreak in Kent County, Michigan Jenkinson D., , “BMJ” 1988, 296:612-4. 21 Duration of effectiveness of pertussis vaccine: evidence from a 10 year community study Cattaneo L.A., Reed G.W., Haase D.H. et al., , “J Infect Dis” 1996, 173:1256-9. 22 The seroepidemiology of Bordetella pertussis infections: a study of persons 1-65 years Ma non solo: la percentuale di malattia nei primi mesi di vita non è tanto più ridotta rispetto a prima dell’introduzione del vaccino. In Canada e negli Stati Uniti si registra un aumento della pertosse proprio nei bambini nel primo anno di età, nonostante la maggiore diffusione del vaccino. Fra il 1997 e il 2000 i casi di malattia nei bambini piccoli sono saliti all’11% e negli Stati Uniti, nei bambini al di sotto di sei mesi, si sono nuovamente raggiunti livelli analoghi a quelli di cinquant’anni fa . Nei Paesi Bassi la vaccinazione non ha avuto alcuna influenza sui casi di malattia nei bambini molto piccoli, che nel 2002 erano addirittura più numerosi rispetto all’inizio degli anni Novanta . 23 24 . L’attuale prassi non sembra adatta a evitare la pertosse nei neonati e nei bambini al di sotto di cinque anni 25 Proprio per questi motivi si sta pensando di estendere la vaccinazione negli adulti: anche per la pertosse, quindi, dovremmo essere rivaccinati per tutta la vita! Sono in discussione proposte di effettuare richiami regolari in età adulta, associati a quelli contro tetano e difterite . 26 Di norma comunque la pertosse è una malattia innocua, a parte il caso dei neonati, anche se persistente e spesso impegnativa per i genitori. Quanto può avere senso cercare di posticipare la malattia, ricorrendo al vaccino? Note Guris D., Strebel P.M. et al., Cha , “Clin Infect Dis” 1999, 28: 1230-1237. MMWR (Morbidity and Mortality Weekly Report), , MMWR 2002, 51(4): 73-76. CDC, , (Pink Book) 2007 www.cdc.gov/Nip/publications/pink/pert.pdf 23 nging epidemiology of pertussis in the United States: increasing reported incidence among adolescents and adults, 1990-1996 Pertussis-United States 1997-2000 Pertussis De Gref Sc. et al., , RIVM report www.rivm.nl/bibliotheek/rapporten/128507010.html 24 Pertussis in the Netherlands 2001-02 Vickers D., Ross A.G., Mainar-Jaime R.C., Neudorf C., Shah S., , “CMAJ 2006”, 175 (10):1213-7. 25 Wholecell and acellular pertussis vaccination programs and rates of pertussis among infants and young children Dopo il compimento dei 6 anni di età sia il vaccino acellulare contro la pertosse che sopratutto l’anatossina difterica vengono usate in concentrazioni più basse: in Italia è in commercio da qualche anno il vaccino Boostrix della GlaxoSmithKline (dTpa) che contiene in una fiala da 0,5 mL: 2 UI di anatossina difterica, 20 UI di anatossina tetanica, 8 µg di anatossina pertussica, 8 µg di emoagglutinina filamentosa, 2,5 µg di pertacina. 26 Reazioni avverse alla vaccinazione antipertosse Le reazioni e le complicazioni alla somministrazione del vaccino acellulare sono percentualmente inferiori a quelle descritte per il vaccino intero. Secondo uno studio giapponese i gravi eventi neurologici e le morti si ridussero di oltre 18 volte durante i 13 anni di uso dei vaccini acellulari, in confronto con gli 11 anni precedenti di uso del vaccino intero. Ricordiamo che in questo Paese la vaccinazione antipertosse acellulare fu spostata all’età di 2 anni. 27 Una minor frequenza non significa che le reazioni avverse non siano possibili; infatti è lungo l’elenco delle possibili complicazioni anche del vaccino acellulare. La banca dati Med-Line (della ) riporta tra le reazioni più importanti: ritardo psicomotorio, disabilità permanente, atassia, atrofia corticale, epilessia, allergia e asma, reazioni anafilattiche, orticaria, encefalite, encefalopatia, encefalomielite , Sindrome di Guillain-Barré, neurite brachiale, episodi di ipotonia-iporesponsività , porpora trombocitopenica, morte . Occasionalmente si può manifestare orticaria, associata ad allergia verso uno dei componenti del vaccino . Si verificano anche casi di shock anafilattico, ma molto raramente . 28 National Library of Medicine 29 30 31 32 33 Nel sistema immunitario dei bambini molto piccoli il vaccino antipertosse può provocare disturbi associati a malattie allergiche o autoimmuni. I primi sei mesi di vita sono critici nella formazione del sistema immunitario. Dopo il vaccino acellulare – la forma attualmente utilizzata in Italia – si osserva un aumento della presenza di anticorpi IgE e di altri mediatori coinvolti nelle patologie allergiche . Gli autori che per la prima volta hanno osservato questi cambiamenti affermano: 34 Dai nostri dati emerge che il profilo delle citochine nei bambini di sei mesi è influenzato dalla struttura del vaccino inoculato all’età di 2, 3 e 4 mesi ed auspicano l’esecuzione di importanti studi a lungo termine per approfondire le possibili conseguenze di queste alterazioni sul sistema immunitario, perché al momento – riguardo alla correlazione fra questo vaccino e le allergie – esistono soltanto ricerche sui bambini in età prescolare. Negli studi su animali vaccinati contro la pertosse si registra, nei polmoni, un aumento delle cellule e dei neurotrasmettitori associati alle allergie . Non sorprende quindi che l’antipertossico sia fra tutti i vaccini quello più frequentemente associato all’aumento delle malattie allergiche in tutto il mondo. Secondo uno studio britannico, nei bambini vaccinati contro la pertosse il rischio di asma è cinque volte superiore . Anche negli Stati Uniti è stata riscontrata l’associazione fra vaccinazione DTP e incremento delle malattie allergiche fino al sedicesimo anno d’età . Uno altro studio ha individuato nel vaccino contro la pertosse uno dei tre fattori di rischio per le malattie allergiche successive, accanto agli antibiotici somministrati nel primo anno di vita e le allergie nella madre . In una ricerca neozelandese, in più di un quarto dei bambini vaccinati contro DTP (1.232 soggetti) si è manifestata un’allergia: nel 23% dei vaccinati si sono osservati attacchi d’asma, nel 30% è stato necessario rivolgersi al medico per la sintomatologia allergica. Nel gruppo di controllo, anche se molto ridotto, i 23 bambini non vaccinati non hanno sofferto di malattie allergiche . 35 36 37 38 39 Inoltre, ricordiamo che dagli studi di Classen è emerso che in Finlandia, fra il 1974 e il 1976, dopo l’introduzione del vaccino HiB e di un vaccino contro la pertosse a cellule intere è aumentata del 64% l’incidenza del diabete nei bambini. In numerosi studi sugli animali, la somministrazione del vaccino antipertossico, anche a basse dosi, aumentava chiaramente il rischio di diabete . Tale rischio non è stato ancora sufficientemente approfondito per quanto riguarda la forma acellulare del vaccino. 40 41 Note Kuno-Sakai K., Kimura M., , “Dev Biol Stand” 1997 89:331-2. 27 Epidemiology of pertussis and use of acellular vaccine in Japan www.nlm.nih.gov 28 Murthy J.M., , “Neurol India” 2002, 50: 238-243. 29 Acute disseminated encephalomyelitis DuVernoy T.S., Braun M.M., , “Pediatrics” 2000 106 (4)352. 30 Hypotonic-hyporenponsive episodes reported to the VAERS Uberall M.A., Stehr K., Cherry J.D. et al., , “Dev Biol Stand” 1997, 89: 83-89. 31 Severe adverse events in a comparative efficacy trial in Germany in infants receiving either the Lederle/Takeda acellular pertussis component DTP (DTaP) vaccine, the Lederle wholecell component DTP (DTP) or DT vaccine. The Pertussis Vaccine Study Group Sakaguchi M., Nakayama T., lnouye S., , “Vaccine” 1998, 16(11-12): 1138-1140. 32 Cases of systemic immediate type urticaria associated with acellular diphthcria-tetanus-periussis vaccination HRSA (Health Resources and Services Administration), Vaccine Injury Table March 24, 1997. http://www.hrsa.dhhs.gov/hhpr/vicp/table.htm 33 Mascart F., Hainaut M., Peltier A., Verscheure V. et al., , “Vaccine” 2007, 25 (2): 391-398. 35 Vandebrie I.R.J., Gremmera E.R., Vermeulen J.P., Hellwig S.M. et al., , “Vaccine” 2007, 25: 2346-2360. 34 Modulation of the infant immune responses by the first pertussis vaccine administrations Lung pathology and immediate hypersensitivity in a mouse model after vaccination with pertussis vaccines and challenge with Bordetella pertussis Odent M.R., , “JAMA” 1994, 272 (8): 592-593. 36 Pertussis vaccination and asthma: is there a link? Hurwitz E.L., Morgenstern H., , “J Manipulative Physiol Therap” Feb 2000, 23 (2): 81-90. 37 Effects of diphtheria-tetanus-pertussis or tetanus vaccination on allergies and allergy-related respiratory symptoms among children and adolescents in the United States Farooqi I.S., Hopkin J.M., , “Thorax” 1998, 53 (11): 927-932. 38 Early childhood infection and atopic disorder Kemp T. et al., , “Epidemiology” 1997 11(8): 678. 39 Is Infant Immunization a Risk Factor for Childhood Asthma or Allergy? Classen D.C., Classen J.B., , “Infectious Diseases in Clinical Practice” 1997 6:449-54. 40 The timing of pediatric immunization and the risk of insulindependant diabetes mellitus Classen J.B., Classen D.C., , “J Pediatr Endocrinol Metab” 2003 16 (4):495-508. 41 Clustering of cases of type 1 diabetes mellitus occurring 2-4 years after vaccination is consistent with clustering after infections and progression to type 1 diabetes mellitus in autoantibody positive individuals