I virus influenzali
Il primo isolamento di un virus influenzale nell’uomo risale al 1933 in Inghilterra. Da allora, sono stati identificati tre tipi di virus influenzale,
che appartengono agli Orthomixovirus, virus a RNA. Si chiamano Influenzavirus A, Influenzavirus B, e Influenzavirus C2. La forma e le
dimensioni del virus possono essere varie, ma generalmente si presentano in forma sferica o ovoidale. Sul rivestimento esterno si trovano due
glicoproteine: emoagglutinina (HA) e neuraminidasi (NA), importanti per l’adsorbimento e l’ingresso del virus nelle cellule della
persona infettata.
I virus di tipo A circolano sia nell’uomo che in altre specie animali. Sono i più diffusi, i più “cattivi”, e i più variabili. Sono suddivisi in
sottotipi in base alle differenze tra le proteine di superficie: emagglutinina (HA) e neuramminidasi (NA). I tre principali sono H1, H2 e H3, ciascuno
dei quali a sua volta può combinarsi con le varianti date dalle modificazioni che si creano a livello di neuraminidasi (N1, N2, N8). Ad oggi sono stati
identificati 16 sottotipi di emagglutinina e 9 di neuramminidasi.
Tutti i sottotipi sono stati ritrovati nelle specie aviarie, mentre l’uomo e altri animali ospitano solo alcuni sottotipi: ciò significa che sono gli
uccelli, in particolare i volatili acquatici, i serbatoi naturali del virus A.
I virus di tipo B sono presenti solo nell’uomo (non nell’animale) e non esistono sottotipi distinti nell’ambito delle loro proteine di superficie HA e
NA. I virus di tipo C causano in genere una infezione asintomatica o simile al raffreddore comune.
Caratteristica importante dei virus influenzali è la loro capacità di variare, cioè di modificare le proteine di superficie. Queste mutazioni, oltre a
conferire ai virus maggiore o minore aggressività, rendono inefficace l’immunità presente nella popolazione che in passato ha subìto l’infezione: ecco
perché possiamo ammalarci di influenza anche tutti gli anni3. E perché il vaccino non funziona: la corrispondenza tra i ceppi virali
circolanti e quelli contenuti nel vaccino è sempre un’incognita, a causa della grande variabilità dei virus influenzali e dei lunghi tempi che occorrono
per allestire il vaccino4.