1. L’obbligo di vaccinazione e i parametri costituzionali coinvolti
La rilevanza del tema in esame emerge con chiarezza dalla constatazione della sua connessione con alcune norme della Costituzione, le quali assumono la dignità di principi supremi del nostro ordinamento.
In primo luogo la Costituzione, all’art. 32, tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività. Le chiavi interpretative di tale tutela sono evidentemente molteplici, ma il punto che più interessa in questa sede è riflettere sulla possibile derivazione da tale principio di un dovere di curarsi – autonomo e distinto dal diritto di curarsi – per poi operare il raffronto con l’altro fondamentale principio della tutela della libertà personale, prevista dall’art. 13 della Costituzione.
Negli anni successivi all’entrata in vigore della Costituzione si evidenziava il ruolo dello Stato nel perseguire la tutela della salute collettiva, facendo riferimento anche all’art. 2 della Costituzione, soprattutto nella parte in cui richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale1, in una prospettiva, quindi, che si definisce pubblicistica.
Soltanto dalla fine degli anni ’60, invece, si tratteggia una diversa interpretazione della tutela della salute, intesa come un diritto dell’individuo che viene in considerazione non solo nel rapporto con lo Stato, ma anche nelle relazioni fra concittadini. In proposito basti pensare all’affermazione dell’obbligo del datore di lavoro di garantire ai propri dipendenti un ambiente di lavoro salubre, che non risulti cioè nocivo proprio per la loro salute. La derivazione dell’imposizione di tale obbligo viene individuata nella risarcibilità dei danni alla salute subiti dai dipendenti in conseguenza dello svolgimento della propria prestazione lavorativa.
Un ruolo decisivo nell’affermare la centralità della tutela della salute nell’accezione di diritto primario dell’individuo è stata svolta dalla giurisprudenza, che come spesso è accaduto, e accade, è chiamata a svolgere un ruolo di adeguamento delle leggi alle domande provenienti dalla società civile, a causa della lentezza del Parlamento. Il punto di arrivo di tale elaborazione, infatti, è proprio l’affermazione della prevalenza della salute individuale su quella pubblica, intesa anche come il complesso delle scelte amministrative dirette alla tutela di quest’ultima2.
Gli sviluppi successivi – originati dai dibattiti sorti a proposito di noti temi quali l’interruzione volontaria della gravidanza, il transessualismo, la sterilizzazione volontaria – hanno portato a delineare ulteriormente il concetto di diritto alla salute dell’individuo, arrivando ad affermare che, in certi, casi la sua tutela prevale sulla salvaguardia della stessa integrità fisica della persona, e anche nell’ipotesi in cui la salute venga intesa soltanto come salute psichica3.