Elimination Communication

Pannolini: sono davvero indispensabili? A metterlo in dubbio il movimento di matrice americana, “Diaper free babies” ovvero “Bimbi liberi dal pannolino”. Fenomeno pedagogico di grande attualità, dagli Stati Uniti – dove è salito alla ribalta delle cronache – si sta diffondendo in vari Paesi, tra cui l’Italia. Secondo i sostenitori dell’EC, ovvero Elimination Communication19 (comunicazione dell’eliminazione), i bambini possono crescere felici senza utilizzare alcun tipo di pannolino. Come? Grazie all’attenzione dei genitori, che imparano ad interpretare i “segnali” con cui il proprio piccino esprime l’esigenza di fare pipì e cacca.


Nella presentazione della mailing list “Senza pannolini”, dove i genitori discutono e si confrontano sull’argomento, si legge: l’uso dei pannolini non ha niente di universale ed è un’introduzione recente dei paesi occidentali. È un’abitudine che fa sì che i bambini perdano il contatto con il proprio corpo, che insegna loro a fare pipì e cacca nel pannolino, e non fa altro che spostare nel tempo la comunicazione che si stabilisce su questo particolare argomento20.


Fidandosi del proprio istinto, guidate dall’intuito, molte madri raccontano di essere riuscite a “sintonizzarsi” con il proprio bebè evitando l’utilizzo del pannolino (o riducendolo drasticamente) ed evitando quella che viene definita una “contraddizione moderna”: cioè il fatto di abituare i bambini a “farsela addosso” per due, tre, anche quattro anni e poi metterli sul vasino esigendo da loro un comportamento completamente diverso da quello con cui sono stati cresciuti. Nelle famiglie in cui viene praticata EC, il bimbo impara gradualmente l’uso del vasino senza traumi, né difficoltà particolari21.


Tra le motivazioni di questa scelta, i sostenitori dell’EC elencano prima di tutto il benessere del bimbo (che così non viene “avvolto nella plastica” e “non resta a contatto con cacca e pipì”), la questione ambientale (in questo modo il rispetto dell’ambiente e delle risorse del Pianeta è assoluto) e, infine, l’evidente risparmio economico.