I manuali sulla nanna
La separazione precoce non porta all’autonomia, ma alla paura dell’abbandono e sviluppa forti sentimenti di dipendenza dagli altri. L’autonomia viene
costruita a partire da un sentimento di sicurezza.
Isabelle Filliozat
I bambini si aspettano che i genitori li aiutino a gestire lo stress, non che glielo inducano.
Alessandra Bortolotti
Fate la nanna, facciamo la nanna, e tutti fan la nanna… I manuali che trattano l’argomento del sonno dei bambini sono numerosi e vanno a ruba. Molto
probabilmente capiterà anche a voi di incappare in uno di questi volumi assai invitanti che dagli scaffali delle librerie promettono magiche ricette per
assicurarsi lunghe e pacifiche dormite… Il nostro consiglio è di diffidare di chi vuol propinare ai genitori metodi universali, in genere del tutto
privi di base scientifica e, purtroppo, troppo spesso irrispettosi nei confronti dei bambini e delle loro reali esigenze. Uno di questi metodi è
sicuramente quello basato sulla tecnica dell’estinzione graduale26 , resa famosa dal libro Fate la nanna27
di Eduard Estivill e tenacemente criticata da quegli esperti che richiamano l’attenzione sui bisogni di contatto, vicinanza e rassicurazione, propri
della primissima infanzia.
Mettere il bimbo a letto quando è ancora sveglio perché si addormenti da solo e attendere degli intervalli di tempo ben definiti prima di rispondere al
suo pianto durante la notte, questa in estrema sintesi la strada per “educare” o “rieducare” al sonno proposta dai sostenitori di questi metodi che
promettono risultati assicurati, ma i cui effetti a breve e lungo termine sullo sviluppo della personalità del bambino non sono ancora noti, dato che
mancano studi in questo senso. L’Australian Association for Infant Mental Health (Associazione australiana per la salute mentale del bambino) si è
espressa in merito al controlled crying, ovvero la tecnica del pianto controllato (simile all’estinzione graduale) richiamando alla prudenza i medici e
i ricercatori e prospettando le possibili conseguenze psicologiche negative di questo tipo di intervento28 .
Il primo campanello d’allarme di fronte a questi manuali è proprio l’assunto di partenza: l’idea che possa esserci un metodo applicabile in generale a
tutti i bambini e da tutti i genitori è evidentemente irrealistica, dato che ogni individuo è a sé, ogni famiglia ha la sua storia, le sue abitudini, le
sue esigenze e quello che funziona con un bimbo non è di alcuna utilità con un altro, che ha un temperamento diverso. Il fatto che le caratteristiche
del sonno del bebè vengano ignorate e che i risvegli notturni fisiologici nei primissimi anni di vita vengano definiti “disturbi del sonno” –
inquadrando come problematiche situazioni del tutto normali – rischia inoltre di ingenerare dubbi e preoccupazioni che non hanno ragione di essere29 .