CAPITOLO XII Meno oggetti, più affetti Bruno Tognolini Sono un bambino, sono il tuo dono prima non c’ero e adesso ci sono (…) Sono il futuro, sono arrivato e sono qui perché tu mi hai chiamato come sarà l’orizzonte che tracci dipende da come mi abbracci. 1 i cosa ha bisogno un bambino per crescere sereno? Capitolo dopo capitolo abbiamo visto che “fare meglio con meno” si può, per quanto riguarda tanti accessori, gadget, prodotti. C’è però una voce, una soltanto, che non permette sconti, che non può e non deve mancare. C’è qualcosa di cui il bambino ha assolutamente bisogno per sviluppare una personalità equilibrata e sicura di sé, e si tratta di qualcosa che ha un valore inestimabile, senza prezzo. Non si compra e non si vende, perché… siamo noi. È di noi, della sua mamma e del suo papà, che quel bambino ha bisogno. Giorno e notte, per settimane, mesi e anni, saremo per lui punto di riferimento ineguagliabile, presenza rassicurante, sostegno e garanzia di riuscita nel mondo. Perché laddove ci sono una mamma e un papà che ti vogliono bene, ogni ostacolo si può superare, ogni paura sconfiggere. D Per i genitori è un impegno importante, unico. È l’impresa della vita, questo accogliere e accompagnare un figlio verso l’età adulta. E allo stesso tempo è un dono immenso, un onore, un privilegio. Note Da “Rima del bambino futuro”, in , Salani, 2013.minghe, Salani, 2013. 1 Rime Raminghe “Crescerà mammone?” Non sono soltanto i neonati ad aver bisogno della mamma e del papà per sopravvivere, per stare bene e sentirsi al sicuro. La vicinanza fisica ed emotiva dei genitori è una costante che accompagna il bambino nei primi anni dell’infanzia. È normale, ed è giusto che sia così. Accade lo stesso per tutti i cuccioli, la presenza della madre che protegge dai pericoli e insegna come muoversi nel mondo (cacciare o fuggire, procurarsi il cibo, spostarsi e trovare un rifugio) è l’unica garanzia di sopravvivenza. Nella nostra società, però, questo legame profondo che unisce madre e figlio nei primi anni della vita è guardato con sospetto, spesso addirittura criticato. La mamma che allatta il suo piccino di due o tre anni, che resta con lui finché non si addormenta o lo accoglie nel lettone, viene accusata di “viziarlo” o di “crescerlo mammone”. Ma i vizi son ben altri e li hanno gli adulti, non i bambini ; ed è normale che un bambino ami molto la sua mamma e sia legato a lei, sarebbe preoccupante se così non fosse. 2 Eppure il mito dell’indipendenza precoce ci spinge in un’altra direzione. Parenti, amici, conoscenti denunciano a gran voce la mancanza di autonomia del bambino se il piccolo dimostra il suo bisogno – che è fisiologico – di contatto e rassicurazione . Ma l’autonomia e l’indipendenza si raggiungono, ognuno con il proprio passo, senza fretta, proprio grazie alla rassicurazione ricevuta nei primi anni di vita. La risposta amorevole di mamma e papà, la loro disponibilità ad accogliere il bambino e il suo bisogno di attenzioni e di contatto, ovvero nel suo essere… bambino, è la via perché in quel bambino possa maturare una profonda fiducia in se stesso e in quanti lo circondano. 3 Quindi se, a parer del mondo, il vostro bambino è “mammone”, ebbene, sappiate che è tutto a posto. I primi anni di vita sono il momento giusto, il momento perfetto, per essere i bambini della mamma. Note Attenzione! Non troppe coccole. Così lo viziamo. Bisogna stare attenti a non eccedere 2 con i gesti d’amore. Dosarli, centellinarli. Altrimenti… Altrimenti cosa? Ma di cosa ha paura la nostra società? Che mettiamo in circolazione troppo amore, gentilezza e disponibilità? A questo proposito segnalo il libro (Il leone verde, 2010): la 3 E se poi prende il vizio? sua autrice, la psicologa Alessandra Bortolotti, rassicura: “I bambini svilupperanno un attaccamento tanto più sicuro quanto più la loro richiesta di conforto e di rassicurazione verrà soddisfatta dai genitori, sia di giorno, sia di notte”. Mamma stai qui con me? Gordon Neufeld, Gabor Matè Il segreto dell’essere genitori non risiede tanto in ciò che un genitore fa, quanto in ciò che un genitore è per il proprio figlio. Mamma, guarda che bella torre! Papà, giochi? Mi aiuti con questo compito? Mamma vieni? Stai qui con me? I bambini ci cercano, vogliono stare con noi. Quando fanno o vedono qualcosa di bello è a noi che pensano, e con noi che desiderano condividerlo. Nei primi anni dell’infanzia, la mamma e il papà sono l’esempio e il punto di riferimento, ma prima di tutto sono la loro compagnia preferita, le persone che desiderano avere sempre vicino. È al genitore che vogliono raccontare ogni cosa, piccola e grande. I libri sfogliati e letti insieme sono più interessanti. I giochi fatti insieme più divertenti. Quando riescono bene in qualcosa, all’asilo, a scuola o in qualche attività extrascolastica, è lo sguardo orgoglioso di mamma e papà che conferisce valore, un valore grande, al traguardo raggiunto. Se mentre si aspetta il sonno, c’è un genitore che fa loro compagnia, i fantasmi della notte non fanno più paura. La mamma e il papà sono eroi invincibili; se ci sono loro, niente fa più paura! Insomma… diciamolo, questo è Amore. I bambini ci amano. È ovvio, è risaputo. Ma a volte è bene sottolinearlo. Fermarsi un attimo e pensarci a questo amore. Perché è un amore così grande, che nessun altro mai potrà eguagliarlo. Quante volte diciamo: “Dopo, aspetta un attimo”, o “Non puoi farlo da solo?”, “Dài che sei grande!”. È normale, abbiamo tanto da fare, la cena da preparare, quel lavoro da terminare, talvolta siamo stanchi e nervosi. Ripeto, è normale. Ma non dimentichiamo che quella richiesta di presenza, di rassicurazione, di aiuto, è una dimostrazione di quanto ci amano. E non dimentichiamo che non sarà sempre così. Questi anni passano in un soffio, così veloci che ci sembrerà incredibile quando il nostro minuscolo bambino si sarà trasformato in un ragazzino più alto di noi. Allora ci chiederemo dov’è finita quella manina piccina, dove sono finite le continue richieste di coccole e di attenzione. Certo, ci saranno altri modi di stare insieme, di rispettarsi, di amarsi. Ma l’infanzia resta un tempo privilegiato, unico. Per i bambini, e per i loro genitori. Godiamoci questo amore così speciale. È un dono. Senza prezzo. Crescerà sereno! Ashley Montagu Si impara ad amare non perché ce lo insegnano, ma per il fatto di essere amati. Le mamme già lo sanno. Se lo sentono dentro, sarà istinto, saranno mente e cuore, chiamiamolo come vogliamo, ma sono geneticamente programmate per rispondere al richiamo del loro bambino, per offrirgli conforto e rassicurazione. Quello che le mamme già sapevano, oggi lo conferma anche la scienza. A beneficio di tutti quei parenti-amici-conoscenti che si permettono di mettere in dubbio le scelte dei genitori. Sono ormai numerosi gli studi che associano un accudimento affettuoso nei primi anni di vita a una personalità più serena ed equilibrata . 4 Citiamo un paio di esempi. I ricercatori della Duke University del North Carolina hanno messo in relazione la stabilità emotiva in età adulta con le cure affettuose ricevute nella primissima infanzia e hanno dimostrato che il contatto, la tenerezza, la risposta sollecita ai bisogni del bambino hanno effetti positivi nell’immediato, ma anche a lungo termine. Lo studio americano ha coinvolto un campione di quasi cinquecento bambini di otto mesi, classificati in base al livello di affetto (basso, normale, molto elevato) dimostrato dalle rispettive mamme. Trentaquattro anni dopo si è osservato che i bimbi che avevano ricevuto livelli di affetto molto elevati mostravano valori significativamente più bassi di ansia, angoscia e ostilità. In poche parole: erano adulti più sereni e sicuri di sé grazie alle coccole della mamma. 5 Troviamo risultati analoghi in una ricerca recente condotta dalla Washington University School of Medicine di St. Louis che ha coinvolto 92 bambini – sani o con sintomi depressivi – dei quali era stata precedentemente valutata l’interazione quotidiana con i genitori . Secondo tale studio, una relazione affettuosa, nutrita di contatto e vicinanza, è associata a un miglior sviluppo dell’ippocampo, una regione cerebrale che ha un ruolo essenziale per la gestione dello stress. In pratica, nei bimbi più coccolati, l’ippocampo risulta più sviluppato del 10% circa. Un accudimento amorevole in età prescolare si è dunque rivelato il primo e miglior antidoto contro lo stress. 6 Insomma, con le coccole si cresce bene. Il tempo, la disponibilità, l’affetto che offriamo ai nostri bambini sono un investimento a lungo termine. Per la felicità dei nostri figli e per la costruzione di un mondo migliore, un mondo dove, una volta cresciuti e diventati adulti, porteranno quella disponibilità e quell’affetto che hanno respirato negli anni dell’infanzia e che sono diventati parte di loro, da offrire alle persone che ameranno. Note Harvey Karp, pediatra americano, scrive: Costruire la fiducia del bambino è uno dei 4 privilegi e delle responsabilità più grandi di un genitore. Io sono convinto che una risposta rapida e comprensiva al pianto del vostro bambino costruisca il fondamento di forti valori familiari, non il loro sovvertimento. Quando lo stringete amorevolmente tra le braccia o lo tranquillizzate con il vostro latte caldo è come se gli diceste: “Non ti preoccupare, ti sarò sempre vicina ogni volta che avrai bisogno di me”. Questo suscita la fiducia del bambino in voi e diventa la fonte della sua fiducia in coloro che gli sono più vicini. ( , Un bambino felice Orme, 2011). Maselko J., Kubzansky L., Lipsitt L., Buka S.L., 5 Mother’s affection at 8 months predicts , “J Epidemiol Community Health” 2011;65:621-625. emotional distress in adulthood Luby J., Barch D.M., Belden A., e altri, , “PNAS” (Proceedings of the National Academy of Sciences), 2012, vol. 109, n.8 6 Maternal support in early childhood predicts larger hippocampal volumes at school age Fino a quando? Quando si dichiara che le coccole non sono vizi, di solito c’è sempre qualcuno che chiede: “Sì, ma fino a che età?”. Ebbene, le coccole non sono vizi… mai. Perché un abbraccio, un gesto affettuoso, la pazienza e la disponibilità a stare accanto a un bambino che fa fatica a prendere sonno o è spaventato perché ha fatto un incubo o è dispiaciuto per un brutto voto, fanno parte del nostro essere genitori, senza scadenza. Gentilezza, comprensione, rassicurazione. Perché mai dovrebbero essere negati a un bambino non più piccino? I genitori sono chiamati a porre dei limiti, certo. Molte volte dovremo dire dei “no”. Fa parte del prendersi cura, del nostro importante ruolo di guida. Tocca all’adulto indicare con l’esempio e con le parole quali sono i comportamenti più indicati nelle diverse situazioni della vita, tocca all’adulto spiegare cosa è opportuno acquistare e perché, quali programmi televisivi sono adeguati e quali non lo sono, quali richieste si possono accogliere e quali desideri invece non potranno realizzarsi, insegnare il rispetto e la cortesia… L’elenco è lungo, lunghissimo. Ogni giorno i genitori sono maestri di vita, semplicemente… vivendo. Un’opportunità preziosa per trasmettere ai propri figli la convinzione che di amore non ce n’è mai abbastanza. Che in famiglia si può piangere, si può ridere, ci si può arrabbiare e si può dire tutto quello che si pensa, ci saranno momenti memorabili e momenti tristi, ma l’amore è il punto fermo. Sempre e comunque . 7 Note Viziamoli d’amore… perché imparino il valore dei gesti di affetto e cerchino conforto 7 nelle relazioni personali e non negli oggetti da possedere. A costo zero… E si conclude qui questa guida che, come già , potremmo definire al non-acquisto. Bambini a costo zero crescono e crescendo ci dimostrano che il loro benessere – quando sono piccolissimi, in età scolare e nell’adolescenza – non è legato agli acquisti. Faremo acquisti e spenderemo, questo è sicuro. A volte compreremo qualcosa di utile, a volte compreremo qualcosa per il semplice gusto di farlo, per concederci qualcosa che ci ha colpito. Ma ormai sappiamo che nella maggior parte dei casi la risposta ai bisogni dei nostri bambini non ha il cartellino del prezzo e che, proprio come quando erano delle minuscole creature, non esistono accessori indispensabili o elenchi universali validi per tutti. Bebè a costo zero L’unico bisogno universale che accomuna tutti i bambini del mondo è quello di essere amati. Il vostro amore è la risposta. Una risposta che vi renderà tutti più felici. A costo zero.