CAPITOLO XIII

Voci di esperti

Salute: fare meglio con meno si può

La scienza medica progredisce e si hanno a disposizione farmaci innovativi, tecniche diagnostiche sofisticate, migliori possibilità di curarsi. D’altro canto sempre di più la spinta dell’industria farmaceutica e il diffondersi di pratiche non basate sull’evidenza scientifica e sostenute da timori infondati, rendono le cure mediche un settore in cui lo spreco è all’ordine del giorno. Questo problema è ancor più pressante in ambito pediatrico dove le mamme e i papà, che non sono più sostenuti dalle competenze genitoriali offerte dalla famiglia allargata (per crescere un bambino ci vuole un villaggio, si dice in Africa), si rivolgono a figure professionali come quella del pediatra in modo pressante e con alte aspettative, spingendo all’utilizzo improprio di farmaci.


I bambini si ammalano. Si ammalano perché il loro sistema immunitario è ancora “vergine” e deve imparare a rispondere e a difendersi dai comuni germi presenti nell’ambiente. Inoltre i bambini spesso vivono in comunità (come gli asili) dove la presenza di molti bambini in ambienti chiusi (e spesso poco areati per la paura degli spifferi) rendono ancora più facile l’esposizione a germi che possono causare banali infezioni.


I bambini sani guariscono dalle infezioni nella maggior parte dei casi spontaneamente. I bambini sani che conducono una vita salubre, che si muovono, giocano, stanno all’aria aperta, consumano cibi salutari hanno le potenzialità per combattere le banali infezioni. Compito del bravo medico sarà sorvegliare e monitorare, non far calare l’attenzione, individuare le infezioni più gravi o quei pochi bambini che sani non sono e che hanno bisogno di più. Compito del genitore sarà affidarsi, senza ansia, non aspettarsi la pillola magica che guarisce il raffreddore, attendere.


Dati presentati nel 2011 all’istituto Mario Negri evidenziavano come la maggioranza dei bambini italiani, nonostante sia sana, assume in media 3 farmaci ogni anno per le comuni malattie dell’infanzia. Il 52% dei bambini italiani assume almeno un antibiotico durante l’anno, contro il 14% dei bambini inglesi. Questo nonostante la gran parte delle infezioni stagionali che affliggono i piccoli sia virale e non necessiti quindi di terapie antibiotiche.


Altro abuso, tipicamente italiano, è quello dell’aerosol. L’apparecchio nebulizzatore, meglio noto come aerosol, presente nella maggioranza delle famiglie con bambini, è nato per trasportare i farmaci nei polmoni. Con questo apparecchio vengono, infatti, prodotte particelle molto piccole che arrivano direttamente alle diramazioni terminali dei bronchi. Questo significa che l’aerosol è utile solo in rari casi di patologie che interessano i bronchi e non serve mai quando l’infiammazione coinvolge il naso e le prime vie respiratorie.


Altro spauracchio è la febbre, mostro per il quale vengono utilizzati fiumi di farmaci antipiretici. La febbre è un sintomo, una risposta dell’organismo all’infezione, e di per sé non provoca danni né conseguenze. I farmaci che tengono bassa la temperatura corporea sono tutti potenzialmente tossici e vanno utilizzati solo ai dosaggi e con le tempistiche adeguate e solo nell’ottica di far star meglio il piccolo malato, non di certo per farlo guarire prima.


Se a ciò aggiungiamo l’abuso di integratori, sciroppi e prodotti, peraltro spesso costosi, prescritti e utilizzati senza che vi sia un’evidenza scientifica, ma solo per tranquillizzare i genitori si capisce come la prospettiva di una medicina più sobria ricada in primis sulla salute ma poi anche sui portafogli delle famiglie.


Come affrontare il problema? Innanzitutto aumentando le competenze e la fiducia dei genitori, parlando e ascoltando, insegnando loro quali sono i segni di vero pericolo e visitando i bambini una volta in più piuttosto che prescrivendo un farmaco in più.

Elena Uga, pediatra della Struttura Complessa di Pediatria dell’Ospedale S. Andrea di Vercelli

e membro del Gruppo Pediatri “Per Un Mondo Possibile”