Se ci dovesse essere qualcosa al mondo per cui io dovessi rattristarmi, sarebbe il fatto che non ho mai conosciuto una sorella, mai un fratello.
Mi è negata la felicità di entrare nel mondo e trovare dei fratelli, che subito ti sono vicini al cuore…
Ludwig Tieck
Due piatti. Due tovaglioli. Due bicchieri. Papà lavorava in Svizzera e io aiutavo la mia mamma, apparecchiando
per due. La mia mamma e io. Due soli posti a tavola. E mentre preparavo la tavola pensavo che, da grande, avrei voluto una bella famiglia numerosa.
Tanti volti intorno al tavolo. Voci. Risate.
Poi c’erano i pomeriggi trascorsi in camera a leggere e giocare, da sola. Avevo tanta fantasia a farmi compagnia e, certo, non sono mai stata costretta a dividere i miei spazi o a condividere i miei giocattoli. Ma i miei spazi erano troppo vuoti, come la nostra tavola.
Ebbene sì, sono una sorella mancata. Una figlia unica, che per tutta l’infanzia ha sentito la mancanza di un fratello. O di una sorella. Più piccoli, più grandi, andava bene comunque. Sarei stata felice, in ogni caso.
Una mancanza che è tornata a farsi sentire a più riprese con il trascorrere degli anni. Da ragazzina, quando nella battaglia per trovare se stessi e spiccare il volo, un fratello avrebbe potuto essere un alleato prezioso. Da adulta, quando sarebbe stato infinitamente bello condividere con un fratello o una sorella le grandi gioie della vita, l’amore conquistato, il primo lavoro e, più di tutto, la nascita dei miei bambini.
E la mancanza si è mostrata, crudele, quando ho perso mia madre, e sapevo che non c’era un’altra persona al mondo che condividesse lo strazio di quei giorni.
Per fortuna ho dei cugini splendidi, che sono stati compagni di gioco nell’infanzia, compagni di avventura in gioventù e compagni di vita, oggi, che siamo ormai quasi tutti genitori.
Ma nulla mi toglie dalla mente e dal cuore che avere un fratello sarebbe stato stato qualcosa di speciale. Un dono. Per tutta la vita.
Di sicuro, come in tutte le relazioni, ci sarebbero state luci e ombre, complicità e incomprensioni. Ci sono persone che soffrono ancora in età adulta, per una relazione sfortunata con i propri fratelli. Lo so, e immagino che le delusioni nate in seno a un rapporto fraterno siano più dure da sopportare, più difficili da perdonare, forse impossibili da dimenticare. Ma so anche che ci sono persone – e sono tante – che hanno trovato nei fratelli e sorelle un punto di riferimento speciale, assolutamente unico. Persone che leggendo queste righe non hanno saputo trattenere un sorriso, mentre il pensiero volava spontaneamente a un volto, forse simile al loro, con cui esiste un legame diverso da tutti gli altri.
Un legame che inizia con la nascita, a volte ancora prima, quando la minuscola creatura che cresce nel grembo materno impara a conoscere e riconoscere la voce del fratellino maggiore e risponde con calcetti e capriole al suo saluto. Un legame che accompagna i fratelli in tutte le stagioni della vita e che non si estingue mai, perché possono esserci incomprensioni, liti, anche rancori, ma un fratello è per sempre. È un dono, sì. Un dono per la vita.
Questa è la convinzione forte che anima le pagine che state per leggere.
Questa è la convinzione che ho maturato, è vero, senza sperimentarla in prima persona, ma che ho avuto la gioia di conoscere grazie ai miei bambini.
Sono undici anni che osservo il legame che unisce i fratelli. Prima Mattia e Nicola, poi Mattia, Nicola e Maddalena. Ed è bello quello che vedo. È qualcosa che riempie il cuore. Credo che siano fortunati i bambini che hanno uno o più fratelli.
Si dice che l’amore della mamma, con la nascita di un nuovo bimbo, non si divide ma si moltiplica. Ne sono convinta (questa volta sì, per averlo sperimentato di persona) e lo hanno confermato anche le tante, tantissime mamme che hanno raccontato la loro esperienza, rendendo Benvenuto fratellino Benvenuta sorellina un libro ricco di emozioni, aneddoti, momenti di quotidianità condivisa (a volte gioiosi, a volte difficili), ma soprattutto ricco di amore.
L’amore della mamma che cresce, si espande, si dilata per accogliere ogni nuovo nato, l’amore del papà che sostiene e custodisce la famiglia, ma anche l’amore che i fratelli provano l’uno per l’altro. Non si può proprio dire che la nascita di un fratellino priverà il primogenito di qualcosa… Semmai gli darà tanto, tantissimo. Un surplus d’amore. Una persona in più da amare e che lo amerà.
E questo amore è il punto di partenza del nostro libro. Partiamo da qui e vediamo dove ci porterà.
A voi buona lettura e al vostro bimbo o alla vostra bimba che diventeranno (o sono diventati) fratelli maggiori, auguri di cuore!