Fratelli, un dono per pochi?
Un tempo crescere con dei fratelli era la norma. E per una mamma era normale avere due, tre, quattro o più figli. Fino alla metà del secolo scorso,
dunque, anche nella nostra società, la nascita del secondo bimbo non portava con sé tanti dubbi e interrogativi. In tutte le famiglie i bambini erano
numerosi, i genitori stessi erano cresciuti con dei fratelli, il primogenito accoglieva il primo fratello minore e i successivi con la serenità che
viene dalla consuetudine.
Praticamente tutti i bambini della famiglia allargata e del paese avevano dei fratelli. Nessuno si prendeva il disturbo di chiedersi se era qualcosa di
bello o di brutto, la fratellanza era un dato di fatto.
Oggi le cose sono cambiate. Secondo i dati Istat del 2012, In Italia, la media nazionale di figli per ogni donna è di 1,4. Meno di un figlio e mezzo per
donna.
Avere un fratello sta dunque diventando un privilegio per pochi. Forse è per questo che l’arrivo di un secondo bimbo è spesso vissuto con un po’ di
timore da parte dei genitori, preoccupati per le reazioni del primogenito? D’altronde si sa, quello che non si conosce bene, fa sempre un po’ paura.
La prospettiva poi con cui oggi si tende a parlare dell’argomento non aiuta. Anziché preoccuparci perché la situazione socio-economica rende difficile,
anche per chi lo vorrebbe, mettere al mondo più di un figlio, e prendere atto che per i bambini crescere senza un fratello è una perdita, abbiamo
iniziato a concentrare l’attenzione sugli aspetti meno gioiosi della relazione fraterna.