In Italia si stimano circa 60.000 casi di avvelenamento all’anno, di cui circa il 40% dei casi coinvolgono
bambini (dati SIMEUP – Società Italiana di Medicina di Emergenza e Urgenza Pediatrica - sezione Umbria, 2018).
Secondo i dati raccolti dalla SIMEUP, le principali sostanze responsabili di avvelenamento sono:
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45% FARMACI
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30% PRODOTTI DOMESTICI
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7% PESTICIDI
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3% PRODOTTI INDUSTRIALI
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2% PIANTE E ALTRO
Quali sono i luoghi più a rischio per i bambini?
Si stima che il 90% degli avvelenamenti nei bambini avvenga negli ambienti domestici, e questo principalmente per due ragioni: sono i luoghi dove queste sostanze sono più accessibili ai bambini; nello stesso tempo, sono i luoghi in cui gli adulti si sentono più tranquilli e lasciano che i bambini si muovano liberamente, scorazzando per la casa. In questo modo però entrano più facilmente in contatto con sostanze pericolose.
Le intossicazioni acute in età pediatrica rappresentano un problema sempre più pressante, non solo per gli operatori sanitari dei Dipartimenti di Emergenza Ospedalieri, ma per tutti gli operatori sanitari in ambito pediatrico. Inoltre l’immissione nell’ambiente di oltre 2000 nuove sostanze chimiche ogni anno aumenta sempre di più il rischio di intossicazione.
L’evidente curiosità del bambino per l’ambiente circostante, il desiderio di esplorarlo e di emulare gli adulti, rende i bambini particolarmente suscettibili alle intossicazioni acute.
Nel lattante e nella prima infanzia il motivo più frequente di intossicazione acuta è rappresentato da un errore di somministrazione terapeutico qualitativo o quantitativo, in genere accidentale; mentre al di sopra dei 10 anni, l’intossicazione è spesso volontaria.
Come già evidenziato, i luoghi nei quali avviene l’intossicazione mostrano una nettissima predominanza dell’ambito domestico, in circa l’88% dei casi, ed in circa l’80% dei casi la modalità di intossicazione è rappresentata dall’ingestione.
Le intossicazioni acute in età pediatrica si realizzano soprattutto in fasce orarie corrispondenti a una maggiore disattenzione dei genitori; in particolare appaiono più a rischio le fasce orarie 11-13 e 18-21, in cui generalmente le madri sono impegnate nella preparazione dei pasti e conseguentemente sono meno attente alla sorveglianza dei bambini.
È facilmente intuibile quindi che:la prevenzione è lo strumento più efficace nel ridurre l’incidenza degli avvelenamenti in età evolutiva.