capitolo Vii

Lacrime e capricci

Comprendere la frustrazione e l’aggressività

Sa il cielo che non dovremmo mai vergognarci delle nostre lacrime, poiché sono pioggia sulla polvere accecante della terra che ricopre i nostri cuori induriti. Stetti meglio dopo aver pianto - fui più dispiaciuto, più consapevole della mia ingratitudine, più gentile.

Charles Dickens1

Nel bel mezzo di una riunione di lavoro, l’attenzione di Elise fu catturata da un messaggio convulso della suocera, che si stava occupando del figlio Nathan, tre anni e mezzo. Con voce controllata ma carica di panico, la nonna riferì che il nipotino stava avendo una crisi tremenda sul marciapiedi con urla, pianti e il rifiuto a muoversi. Quando Elise chiese cosa stava succedendo, la nonna rispose: “Stavo cercando di portarlo a mangiare il sushi come mi avevi chiesto, ma lui aveva altri piani - ora urla che vuole gli hamburger di prosciutto. Ho commesso l’errore di passare davanti a un ristorante che li serve e ora non mi ascolta più, puoi parlargli per favore?”, Elise replicò: “Basta che gli dici di no e lo conforti, va bene se piange!” La suocera fece una pausa abbastanza lunga perché Elise potesse sentire i lamenti del figlio: “Voglio le patatine fritte! Voglio gli hamburger di pollo!” poi riprese: “Urla da morire, è sconvolto, non riesco a sopportarlo. Mi spezza il cuore sentirlo piangere così e dire di no. Ti passo il telefono così glielo dici tu!”

Sentendo il pianto del figlio e la disperazione nella voce della nonna, Elise si rese conto che il sushi sarebbe stata ormai un’impresa inutile. Non poteva risolvere il problema da lontano, né poteva rischiare di trasmettere a Nathan il messaggio che la nonna non era in grado di gestirlo. Elise rispose con la migliore delle opzioni possibili: “Dì a Nathan che hai cambiato idea e che ora anche tu vuoi proprio mangiare un hamburger a pranzo. Digli che hai intenzione di prendere una bella decisione esecutiva da nonna e portalo lì!”. Udendo il sospiro di sollievo della nonna, Elise sperò che questo sarebbe bastato a convincere Nathan che c’era ancora qualcuno in grado di prendersi delle responsabilità, oltre a tirarli fuori dagli impicci.

La forza della frustrazione di un bambino piccolo può far crollare un adulto e farlo correre ai ripari, ma questo avrà un costo pagato dalla capacità dell’adulto di far accettare limiti e restrizioni al bambino. Di fronte alle lacrime e alle scene madri, gli adulti devono sapere quando cambiare qualcosa, quando aiutare il bambino ad accettare le cose che non si possono cambiare, e avere il discernimento per capire la differenza.