capitolo I

Come crescere
un Bambino piccolo

Capire è l’altro nome dell’amore. Se non si capisce, non si può amare.

Thích Nhât Hạnh1

Il luogo migliore per osservare lo spettacolo della prima infanzia è il parco giochi. I bambini piccoli scoppiano di vita, le gambe corrono, le braccia si agitano, il busto fa le curve sugli scivoli. Scienziati in erba vengono lasciati ai propri espedienti mentre esplorano pozzanghere e osservano vermi. I vestiti riflettono l’energia interiore: colori e motivi vivaci prendono vita sui corpicini in movimento. Alcuni parlano un linguaggio diverso, fatto di parole mancanti o consonanti perdute o alterate, da “mi pottiivolo” a “voio mangiae!”. È impossibile non sorridere a questi “trottolini” ai primi passi che si muovono nello spazio con il baricentro troppo in alto e imparano cosa sia la gravità. Nelle giornate di sole il parco è pervaso da un brusio vivace e l’energia si riverbera in tutto il vicinato. Merende e spuntini abbondano e i corvi voraci restano appollaiati sui tetti in attesa dell’occasione giusta per banchettare. Gli adulti si scambiano commenti su appetiti schizzinosi e sonni inquieti, sugli equilibri fra casa e lavoro e sulle strategie per far fronte ai capricci. È palpabile il loro bisogno impellente di dare una spiegazione al comportamento dei piccoli e confrontarsi con persone mature.


D’improvviso, un grido da sirena dei pompieri fende l’aria, è la protesta di un bambino al desiderio del genitore di andar via: “Nooooooo… non voglio andare!” - Gli adulti si scambiano cenni di comprensione mentre gioiscono in segreto perché non è il loro figlio ad avere una crisi. Un altro bambino corre incurante delle direttive impartite dal genitore, mentre un terzo dichiara ribelle: “lo faccio da solo!” - Due maschietti litigano per un secchiello: “è mio!”, “Lo voglio io!” - una voce disperata d’un tratto grida: “Devo fare la popò!”, e l’adulto di turno si lancia in azione. Un genitore stanco si precipita in soccorso di un piccolino che è caduto e piange in preda alla frustrazione. Ecco, in questo mondo recintato fatto di attrezzature per giocare dipinte di rosso, di giallo e di blù, c’è uno spaccato evolutivo dello splendore, della meraviglia e delle sfide che comporta crescere un figlio. In questi corpicini alberga il potenziale della crescita e la promessa di un futuro maturo. Il divario fra l’immaturità del presente e la maturità futura sembra gigantesco. A quest’età i bambini sono personcine sconsiderate, impulsive, curiose e assorbite in se stesse. Non pensano come noi, non parlano come noi, né agiscono come faremmo noi, ma dobbiamo aver cura di loro.