“Ovunque vediate un cartello che dice ‘Vietato l’ingresso’, entrate immediatamente.”Leslie Stephen, citato da sua figlia, Virginia Woolf1
capitolo ix
“Tu non mi comandi!”
Capire la resistenza e l'opposizione
Susan e Charlie mi parlavano concitati una sera, dopo un incontro sulla genitorialità. Susan diceva: “Stiamo avendo tanti problemi per togliere il pannolino a nostro figlio di tre anni e mezzo. Avevamo iniziato benissimo ma ora le cose vanno male. All’inizio Blake usava il bagno ma ora si rifiuta, vuole solo il pannolino.” Ho chiesto loro di raccontarmi di più sulla sua resistenza; Charlie ha spiegato: “Gli abbiamo detto che ora è grande e abbiamo eliminato i pannolini, ma lui se la fa addosso”. Con tono agitato, Susan ha aggiutno: “Deve essere pronto per l’inizio dell’asilo, non lo prendono se porta ancora il pannolino!”
Ho chiesto che mi raccontassero come erano andate le cose e Susan ha detto: “Ogni volta che faceva pipì in bagno lo lodavamo e gli dicevamo che era stato bravo. Non so cosa sia successo, di punto in bianco ha smesso di essere interessato, così abbiamo iniziato a dargli piccole ricompense.” Charlie è intervenuto: “Ora quando gli diciamo di andare in bagno fa finta di non sentire, abbiamo anche cercato di corromperlo promettendogli di comprargli una bicicletta se ci va, ma si rifiuta!”
Ho fatto molte altre domande per capire la radice della resistenza di Blake, e poi ho spiegato: “Il problema è che Blake vi ascolta ma non obbedisce. I bambini piccoli sono allergici alla coercizione e il vostro desiderio di togliergli il pannolino è maggiore del suo. Dovete ridurre l’elemento coercitivo e fare spazio per permettere al suo desiderio di risvegliarsi.” Allora Susan ha chiesto: “Ma come si fa?”; le ho risposto: “Forse per un po’ dovrete affidarvi di nuovo al pannolino, senza farne una tragedia. Fatelo e basta, senza ricompense, lodi, punizioni o segni di frustrazione. Quando lo cambiate, approfittatene per creare un momento di unione in cui far trasparire gioia, piacere e calore da parte vostra.” Susan e Charlie apparivano perplessi, “Ma, sul serio dobbiamo tornare indietro?”, ha chiesto Susan, e Charlie ha aggiunto: “Ha mai cambiato il pannolino di un bambino di tre anni e mezzo? È disgustoso!” Ho riconosciuto che ciò che proponevo sembrava controintuitivo ma ho comunque chiesto loro se erano disposti a fare una prova per qualche tempo. Susan ha risposto: “Sì, penso che dovremmo, non ci resta altro, non ha neppure ceduto con la promessa della bicicletta!” Poi si è rivolta a Charlie: “Devi solo far finta che i pannolini siano pieni di budino al cioccolato!” e lui non sembrava affatto divertito.
Susan e Charlie hanno continuato a venire agli incontri settimanali e ogni volta chiedevo loro come andassero le cose; Charlie alzava le spalle e diceva: “Budino al cioccolato, Deborah, moltissimo budino al cioccolato!”; Susan ribatteva: “Non ci sono segni di cambiamento, ma Blake è felice di riavere i suoi pannolini. Sto cercando di creare un’intimità con lui, ogni volta che lo cambio gli canto una canzone come quando era più piccolo!” Ho ribadito la necessità di tenere duro e dargli ancora tempo. Tre settimane dopo Susan mi ha detto: “Credo che qualcosa stia cambiando. Ieri è venuto in camera nostra alle sei di mattina urlando: “Devo fare la pupù!”, ho preso il necessario per cambiarlo ma mi ha guardata con aria di sfida e mi ha detto:’No, la faccio nel vaso, da solo!’, ed è corso in bagno!” Ho replicato: “I suoi ‘faccio da solo’ stanno tornando, siete sulla buona strada ora!”