capitolo iii

Preservare il gioco

Difendere l’infanzia dal mondo digitale

È la nostra interiorità a renderci quali siamo, a permetterci di sognare, fantasticare e avere sentimenti di solidarietà per il prossimo.
È questo l’essenziale.
È questo che farà sempre la differenza più grande nel nostro mondo.

Fred Rogers1

Da bambina, Gail sognava di avere “forbici magiche” che potessero trasformare i suoi disegni in oggetti reali. Il padre rammentava che la sua stanza “era sempre stracolma di ritagli”. Moltissimi dei ritagli vennero fuori dopo il film Oklahoma!, che Gail e la sorella avevano visto insieme. Le forbici diedero vita a cowboy, cowgirl e a un ranch completo di cavalli e recinti per il bestiame; lei e la sorella sparirono nel mondo di fantasia che si erano create. La sostanza delle loro avventure è difficile da ricordare, ma per Gail il significato di quel gioco è chiaro. Più di sessant’anni dopo, la creazione di quei disegni racconta parte della storia su chi è diventata Gail e sul lavoro che ha scelto di fare nella vita.

Le immagini hanno giocato un ruolo speciale nella vita di Gail e nella sua vocazione d’artista; sono state vitali per il suo benessere e lei si è espressa attraverso di esse in modo intuitivo. Ha sempre prediletto il canale visivo per l’apprendimento e a scuola le storie e i libri di testo l’annoiavano. Sentiva che le immagini nei disegni e nei dipinti erano prigioniere e desideravano ardentemente essere liberate e capite. Gail vedeva il suo mondo come una matrice di immagini, che separava le une dalle altre per portarle alla vita. Il suo disegnare, ritagliare, cucire, incollare, scolpire o elaborare permeava ogni immagine di un significato più profondo.