parte seconda - in viaggio verso la salute

Mappe per orientarsi

Un’infinita rete di fili pervade tutto l’Universo. I fili orizzontali sono nello spazio. I fili verticali sono nel tempo. A ogni loro incrocio c’è un individuo. E ogni individuo è una perla di cristallo. Il grande fulgore di un Essere Assoluto illumina e penetra ciascuna perla. E ciascuna perla riflette non solo la luce di tutti gli altri cristalli della rete, ma anche ogni altro riflesso dell’Universo intero

Rigveda, II millennio a.C.

La ruota di medicina, simbolo di saggezza

La Ruota di Medicina è un modo di comprendere l’Universo.È uno specchio in cui si riflettono tutte le cose

Hyemeyhost Storm

Ognuno di noi, mi sono resa conto, ha delle rotte geografiche particolari, delle radici spirituali che lo nutrono e da cui trae forza e ispirazione.


La mia passione per la cultura nativo-americana ha origini molto antiche ed è stata nutrita nell’infanzia dai doni che mi faceva il mio papà: un costume da squaw con tanto di cradleboard sulla schiena, una collana e degli orecchini navajo… I miei primi mocassini con le perline furono invece regalo di mia nonna che me li portò direttamente dall’America quando avevo meno di una decina d’anni. Ancora li conservo, insieme al ricordo degli anelli di fumo che mio padre faceva salire verso l’alto quando aspirava la sua bella pipa di legno che tanto amavo.


Tutti questi piccoli segni sono stati per me come i sassolini di Hans e Gretel che mi hanno permesso di ritrovare la strada verso casa…


È solo dopo averla percorsa tutta, non senza fatica e tribolazione, che oggi posso permettermi di parlarvi della Ruota di Medicina, o meglio di cosa ho imparato attraverso la “mia” ruota di medicina, giacché, come mi ricordò un giorno un caro amico, ognuno ne ha una sua personale.


La Ruota di Medicina è un simbolo antichissimo, che fa parte della tradizione nativo-americana. Può essere considerata come una mappa che consente di orientarsi lungo il viaggio chiamato Vita. Saper interpretare questa mappa ci permette di capire da dove proveniamo, dove ci troviamo e dove stiamo andando, condizioni indispensabili per muoverci con consapevolezza nella giusta direzione.


La Ruota di Medicina è un cerchio e proprio come l’esistenza non ha né inizio né fine.

Ha un centro e una periferia che è la circonferenza esterna del cerchio. Il centro è uno spazio vuoto, quello che i Lakota chiamano “hocoka”: lo spazio al centro del villaggio di tipì. Si tratta di uno spazio sacro, sede del divino. È il centro del mondo e nello stesso tempo il centro di se stessi. È da lì che proveniamo quando nasciamo, è da lì che viene il neonato e non per nulla i Lakota lo chiamano “hoksicala” che significa “piccola separazione dal centro”.


Se il centro è l’inizio, l’origine di ogni essere umano, è anche il punto finale di ritorno, che prima o poi tutti raggiungeremo. Ma per ritrovarlo, come abbiamo già avuto modo di dire, occorre compiere un lungo viaggio e percorrere tutta la circonferenza, esplorarla in ogni sua direzione e in ogni suo aspetto.


Il cerchio è completezza ed è a questa che bisogna mirare per ritrovare la salute, ovvero l’integrità. Tutto ciò che non accettiamo ed escludiamo dalla nostra vita ci si rivolta contro, come una minoranza ghettizzata, creandoci problemi e confusione. Allora ecco che dobbiamo con pazienza recuperare e riscoprire ciò che avevamo scartato per renderci conto che ogni cosa ha il suo posto nel grande cerchio della vita. Non esistono in senso assoluto giusto e sbagliato, negativo e positivo, ma solo i passi che dobbiamo compiere sul nostro cammino, in parte già tracciato e in parte ancora da tracciare. Ogni medaglia ha il suo rovescio, ogni cosa esistente ha i suoi pregi e i suoi difetti, così come ogni essere umano. Anche ciò che ai nostri occhi appare come “negativo” ha sempre un aspetto “positivo” che va ricercato e scoperto. La Vita è fatta di equilibrio tra opposti: la luce e il buio, il giorno e la notte, il maschile e il femminile, il caldo e il freddo, il duro e il morbido e così via. Non possiamo escludere nessuno di questi aspetti, pena il rimanere monchi di una parte e perdere l’armonia.


La Ruota di Medicina può esserci d’aiuto per comprendere il significato dei nostri passi, quelli già compiuti e quelli ancora da compiere.

Vediamo ora come, al pari di una bussola, possiamo utlizzare questa preziosa mappa.


La ruota di medicina è divisa in quattro quadranti in base ai quattro punti cardinali: nord, sud, est e ovest. Il numero quattro è un numero sacro per la maggior parte dei popoli nativo americani. Per la numerologia è il numero della stabilità, dell’organizzazione, della struttura.


Le sezioni della ruota diventano otto se aggiungiamo le direzioni intermedie: nord-est, sud-est, sud-ovest, nord-ovest e nord-est.

Ognuno di noi entra a far parte del cerchio della vita in un momento particolare che corrisponde alla data della sua nascita. Oggi sappiamo che è il bambino a determinarla: ancora una volta la scienza ha confermato quanto la saggezza dei popoli tradizionali di tutto il mondo ha sempre saputo. È come se ognuno di noi avesse bisogno di condizioni determinate per svolgere il proprio compito terreno, corrispondenti a una determinata configurazione dei pianeti e delle stelle, secondo l’astrologia, o delle stagioni e delle direzioni, secondo la ruota di medicina. Se l’astrologia è legata al cielo, la ruota di medicina è invece orientata sulla terra ed è, rispetto alla prima, uno strumento più semplice e di più facile lettura e quindi può essere utilizzata con profitto anche da esploratori alle prime armi. È per questo motivo che ve la propongo così come l’ho scoperta io.


Ogni direzione all’interno della ruota rappresenta un aspetto della vita e di noi stessi. A seconda del periodo in cui siamo nati, avremo più o meno sviluppato tale aspetto ma per diventare una persona completa dovremo acquisire anche il potere delle altre direzioni. Ecco il perché dell’importanza di percorrere tutta la ruota di medicina.


Facciamo un esempio per capirci meglio: una persona nata in febbraio, quindi a nord, potrà avere un’accentuata razionalità, una predilezione per l’uso della mente e l’acquisizione della conoscenza, una grande capacità – e bisogno – di comunicazione ma se non conquisterà anche i doni e i poteri delle altre direzioni rischierà di rimanere una persona fredda, distaccata, con un sapere di stampo libresco, una persona “congelata”, proprio come il ghiaccio dei mesi invernali. Per lei sarà fondamentale esplorare la direzione opposta alla sua di nascita e cioè il sud, sede delle emozioni e dei sentimenti, del cuore, della fiducia e dell’innocenza del bambino.


Il sud è anche la direzione del guerriero, che deve affrontare e sconfiggere i suoi mostri interiori. Dopo un soggiorno a sud, a volte molto tormentato e faticoso, grazie a esperienze vissute sulla propria pelle, come quelle del calore, della vicinanza e del contatto, il ghiaccio potrà sciogliersi e diventare acqua, le emozioni represse potranno cominciare a fluire e la paura un po’ alla volta si trasformerà in fiducia. Inizierà quindi il passaggio a sud-ovest: forse arriverà allora una guida attraverso i sogni che faranno da indicatori verso la nuova direzione da imboccare.


La sosta a ovest obbliga a confrontarsi con gli aspetti materiali della realtà, con la propria fisicità e con il mistero della morte. Il passaggio a ovest conferisce la concretezza necessaria a realizzare i sogni, a renderli realtà e permette quindi di bilanciare la tendenza all’immaginazione, tipica della direzione est, che quando è molto spiccata porta la persona a vivere in un mondo di sogni e fantasia, a iniziare centomila progetti senza riuscire a concluderne uno. L’est è la direzione dello spirito, della visione e della rinascita. È la direzione del veggente. È a est che la certezza rigida del nord viene improvvisamente mandata in mille pezzi e un nuovo cammino si apre.


Solo dopo aver conquistato la necessaria concretezza, dopo aver esplorato attraverso l’introspezione dell’ovest gli aspetti materiali della vita, e aver conquistato l’indipendenza, la sicurezza e il potere che nasce dal contatto con Madre Terra e con il proprio corpo, ecco che il nostro navigatore solitario potrà dirigersi verso nord e tornare alla direzione della sua nascita con un bagaglio di conoscenza vissuta e quindi trasformata in saggezza. Ora sì che, dopo aver acquisito la visione dell’est, l’amore e la fiducia del sud, il potere e l’indipendenza dell’ovest, potrà condividere il suo patrimonio e farne dono anche agli altri.


Non per nulla il nord è la direzione del Maestro.

Quando tornerà ad est questa volta sarà in grado di raggiungere le vette della spiritualità, una spiritualità però non ascetica e disincarnata ma radicata nel corpo, nutrita dall’amore e dalla saggezza acquisiti lungo il cammino. Una spiritualità che si è fatta “carne” perché è solo penetrando nella concretezza della realtà, affondando piedi e mani nella terra, che si può arrivare al divino. È dall’est che il nostro esploratore potrà raggiungere il centro, lo spazio vuoto dove regna il silenzio, dove non esistono più opposizioni, dove tutto è uno: il centro di se stesso, il centro del mondo. A questo punto il pellegrinaggio è compiuto.


Leggere la Ruota di Medicina significa sapere che c’è un tempo per ogni cosa nella vita e che occorre sempre procedere con ordine, senza saltare le tappe. Per esempio la Ruota di medicina ci dice che prima di effettuare delle scelte importanti (nord-est) occorre aver sciolto i nodi karmici o transgenerazionali: non si può arrivare a nord-est senza aver effettuato il passaggio a nord-ovest… Questa consapevolezza può fornirci la calma necessaria per riflettere e agire con saggezza, senza prendere decisioni affrettate che possono poi rivelarsi dannose per noi stessi e per chi ci sta accanto.