parte seconda - in viaggio verso la salute

Le provviste per il viaggio:
alla scoperta delle risorse

Datemi un punto d’appoggio e vi solleverò il mondo

Archimede

La terra e il mare dentro alla tua persona.Che bel pianeta

A. D. Manca

Devo a una seduta di cranio-sacrale offertami da un’amica esperta in questa disciplina, in un momento delicato della mia vita, la scoperta dell’importanza delle risorse per far fronte ai traumi o comunque alle situazioni difficili che tutti siamo in misura diversa chiamati ad attraversare.


In effetti non avevo mai soffermato abbastanza la mia attenzione su questo aspetto così cruciale della terapia: per tanto tempo avevo scavato nei recessi della mia anima per far affiorare i traumi che vi erano sepolti con lo scopo di elaborarli e trasformarli una volta per tutte ma si era trattato di un lavoro veramente faticoso e non privo di conseguenze dolorose: rivivere situazioni che in un passato lontano ci hanno procurato paura e panico, rabbia e grande sofferenza non è certo facile e soprattutto richiede un consumo di energia non indifferente. Spesso dopo le sedute tornavo a casa distrutta e a volte i sintomi peggioravano anche nei giorni successivi alla terapia. Poi sparivano per un po’, salvo riaffacciarsi alla finestra dopo qualche tempo, facendo capolino come a dire “Credevi di esserti sbarazzata di noi, eh?…”. Ma la cosa peggiore di tutte per me era il dover ogni volta riprovare quella terribile sensazione di essere sola nel dolore. Finché mi trovavo nello studio del terapeuta ero pronta e disposta ad andare fino in fondo al pozzo della sofferenza ma la mia preoccupazione era sempre “E cosa succederà dopo?”…


Così quando Emanuela, durante la sessione di cranio-sacrale, mi propose di cercare nel corpo delle possibili risorse trovai l’idea nuova e accattivante e scoprii subito che un massaggio alle gambe per esempio aveva il potere di rilassarmi così come il profumo della cannella che avevo sentito durante una seduta poteva diventare un simbolo di vita e allegria o la coda potente del pesciolino che avevo visualizzato nel corso di un altro trattamento poteva trasmettermi una sensazione di forza e fiducia nelle mie capacità.


Le risorse non sono solo quelle del corpo – ben rappresentate per esempio dalle lunghe trecce nella fiaba di Raperonzolo – ma anche quelle dell’anima: creatività, bellezza, amore…


Quest’ultime le conoscevo molto meglio e le avevo già sperimentate più volte: in primis la scrittura, per me vera ancora di salvezza nei momenti più duri e grigi della mia esistenza.


Ma anche la bellezza in tutte le sue forme: dalla natura all’arte.

Ognuno di noi dispone di un bagaglio di risorse a cui attingere che non vengono mai meno, basta imparare a individuarle e familiarizzarsi con esse.

Per i bambini – ma non solo – una risorsa importante è rappresentata dalle fiabe che consentono loro di superare momenti difficili perché offrono la speranza che alla fine tutto cambierà e i protagonisti della storia vivranno finalmente “felici e contenti”. Ne parleremo meglio nel capitolo ad esse dedicato.


Per superare un trauma, un momento difficile, un periodo di crisi occorrono quindi delle risorse, a volte anche banali o molto piccole, che ci aiutano a ritrovare la forza di proseguire il cammino e ritrovare la rotta perduta.


Le risorse, sia per i piccoli che per gli adulti, possono essere esterne o interne. Nel primo caso può trattarsi di un semplice oggetto come una coperta morbida in cui avvolgersi o un cuscino da abbracciare e stringere al petto, una tisana calda e profumata, una fetta della torta preferita, un profumo, una fotografia, un disegno, un quadro, una musica, un canto o una poesia oppure un luogo. O, ancor meglio, quando è possibile, un amico, una persona che risuona alla nostra stessa frequenza, qualcuno che ci prende la mano e ci dice “Sono qui con te, se hai bisogno ci sono”… Qualcuno che ci aiuta a focalizzarci sul positivo che è in noi, che ci dà fiducia, che ci trasmette il messaggio “Tu puoi farcela!”


Bellissimo è a questo proposito l’aneddoto riguardante lo psicoterapeuta Erikson, uno dei più autorevoli teorici dell’ipnosi clinica: il figlio Robert gli chiese di aiutare due suoi compagni di scuola che avevano problemi di scrittura. Erikson si fece mostrare i quaderni e cominciò a indicare in modo entusiastico ai ragazzini ciò che avevano fatto di positivo, come riuscire a scrivere correttamente le parole con le doppie… Qualche settimana dopo gli stessi bambini mostrarono allo psicoterapeuta i loro quaderni con ottimi voti! Tutto ciò che lui aveva fatto era stato di enfatizzare il positivo, facendo notare ai piccoli alunni che erano riusciti a fare bene la parte più difficile e dando quindi loro un senso di orgoglio e di soddisfazione.


Questo esempio, a mio avviso altamente significativo, ci ricorda che i terapeuti, gli insegnanti e i genitori dovrebbero essere, per usare un’espressione di Teeguarden, dei “maghi rinforzanti”, che aiutano i bambini a guardare alle loro abilità (anziché alle loro disabilità) e a confidare nelle loro risorse, in modo da poter potenziare la propria autostima.


Come abbiamo visto, tutto può essere “medicina”. C’è una bellissima espressione hawaiana “Kahoinani” che significa “raccoglitore di cose belle”: ecco cosa ognuno di noi dovrebbe diventare nel corso della sua vita…


Se le risorse esterne sono quelle ci giungono da fuori (siano esse oggetti o persone), le risorse interne invece sono quelle che ci appartengono, che fanno parte di noi, anche se a volte non lo sappiamo: si tratta della nostra creatività, della nostra bellezza interiore, della nostra capacità di amare, della nostra consapevolezza.


Esamineremo di queste ultime quelle che personalmente considero le più importanti ai fini della terapia. Poi ognuno di voi potrà farsi un elenco personale di quelle che ritiene importanti per sé, così da potervi ricorrere più facilmente nel momento del bisogno. Sarà un altro elemento da mettere nel proprio zaino o nella propria cassetta degli attrezzi e da tirar fuori quando la strada sembra troppo impervia, quando la vista si annebbia e si perde per un attimo la direzione: le nostre risorse, proprio come i sassolini di Hansel e Gretel, possono aiutarci a ritrovare la strada verso casa…