Devo confessare che l’arte – intesa come espressione pittorica e architettonica – non ha mai avuto un posto
importante nella mia vita, forse per una sorta di ribellione adolescenziale nei confronti dei miei genitori che invece ne erano appassionati: avevano
una casa piena di quadri e ci trascinavano da piccoli nei viaggi estivi ad ammirare le bellezze delle ville venete o dei paesini medioevali della
Toscana.
L’arte io l’ho scoperta da adulta, e anche molto recentemente devo dire, grazie ad un amico artista: quando l’ho visto disegnare, mi sono incantata ad
osservare la sua mano tracciare segni sul foglio con una naturalezza mai vista prima e mi sono commossa… Allora mi sono ricordata che in un periodo
difficile della mia vita era stato proprio il disegno ad aiutarmi a sciogliere vecchi nodi e ho ritirato fuori la matita sanguigna con cui mi ero
dilettata un tempo, insieme al mio figlioletto, a tratteggiare volti, che parevano uscire dalla mia mano in modo assai misterioso e stupefacente…
L’arte ha un ruolo importantissimo nella vita di un bambino ed è, al pari della musica, del canto, delle fiabe e della danza, uno strumento terapeutico
di primaria importanza.
Steiner le attribuisce un ruolo fondamentale e nelle scuole antroposofiche alle discipline artistiche è offerto un posto di primo piano.