Quando Manitonquat conduce un Cerchio1, la prima cosa che fa è rendere grazie: a Madre Terra che ci nutre e ci sostiene e a tutte le sue creature, le piante e gli animali che la popolano;
a Nonna Luna, Nonno Sole e alle infinite stelle che illuminano giorno e notte il cielo e al potere che ha creato tutto questo, il Grande Mistero (come
lo chiamano i nativi americani). Poi chiede ai partecipanti, passando ad ognuno il bastone della parola, di dire qualcosa di “nuovo e bello”: è un
modo per iniziare la giornata in un’atmosfera positiva, pervasi dall’energia della gioia e della gratitudine. Sarebbe bello se questo piccolo rituale
diventasse un’abitudine anche nel piccolo cerchio della famiglia oppure a scuola: i bambini ne trarrebbero un grande beneficio, assorbendo fin da
piccoli senza sforzo alcuno valori di fondamentale importanza per la vita, tra cui la capacità di dire “grazie”…
Quindi, per concludere il discorso sulle risorse terapeutiche, non posso non parlare della gratitudine.
In che cosa consiste la gratitudine? “Nel riconoscere ciò che la vita ci offre”2 risponde Piero Ferrucci, secondo il quale la gratitudine è
alla base della salute. “Per me quello è il criterio più efficace per sapere come sta una persona. Infatti vuol dire che i suoi canali di comunicazione
sono aperti, che non si sopravvaluta (perché sa di aver bisogno degli altri) e non si sottovaluta (perché sa di meritare ciò che riceve). Vuol dire che
è in grado di apprezzare ciò che c’è di buono nella sua vita. Che cosa si vuole di più? Quando uno dei miei clienti in psicoterapia prova gratitudine,
so che è guarito.”3