capitolo ii

Amore

Non annaffiamo un fiore se sboccia, lo annaffiamo affinché sbocci.

Amare un figlio non garantisce che lui si sentirà amato. Se un bambino non percepisce l’amore che proviamo per lui potrebbe sentirsi insicuro, incapace di esprimersi o indifeso. Potrebbe ricorrere a comportamenti distruttivi o diventare compiacente e sopprimere il suo sé autentico come sistema per ottenere la nostra approvazione. Le ragioni per cui non sente il legame affettivo con noi possono dipendere dal fatto che non esprimiamo l’amore in modo che riesca a percepirlo, oppure che si sente meno amato rispetto a un fratello, o ancora che il nostro amore è condizionato.


Ma noi non annaffiamo un fiore se sboccia; noi lo annaffiamo affinché sbocci. In modo analogo, per fiorire un bambino deve essere sicuro del nostro amore. Quando invece l’amore viene usato per controllarlo, il risultato è che lui finisce per dubitarne. Se, per esempio, vostro padre vi dimostrava il suo amore solo quando vi comportavate in un certo modo o portavate a casa buoni voti, nell’intimo potreste esservi chiesti se vi amava davvero. Un bambino non è qui per essere valutato e poi ricompensato con l’amore. Ogni bambino nasce meritevole d’amore. L’amore è senza orpelli quando è senza condizioni.


A volte i genitori confondono l’essere amato con il lasciar fare al bambino tutto ciò che vuole. Nessuno può fare sempre quello che desidera. Certo non possiamo guidare come ci pare, a volte ci fermiamo quando invece vorremmo continuare. Ci sono considerazioni per i bisogni degli altri che limitano la nostra libertà o la proteggono. Ma questo non ha niente a che fare con l’amore. Piegare il mondo per assecondare ogni capriccio di un bambino può minare lo sviluppo naturale della sua capacità di adattamento emotivo. Egli nasce in un mondo reale e nella comunità sociale cui voi appartenete. Ne vuole far parte, vuole appartenere all’effettiva rete sociale della famiglia e degli amici. Trattatelo come un vostro eguale pur nel rispetto dei suoi limiti. Potrebbe non avere ancora la capacità di aspettare o condividere, ma non significa che possa fare a pezzi la casa, ottenere qualsiasi giocattolo, o tirarvi i capelli. Amarlo, del resto, è venire incontro ai suoi bisogni con premura e gentilezza; dargli forza ed empatia quando la vita non esaudisce ogni suo desiderio.


L’altro aspetto dell’amare un figlio come lui vuole essere amato è accettare il suo modo unico di esprimere l’amore. Un bambino ha bisogno che l’espressione del suo amore venga accolta anche se dà fastidio. Può infastidirci che un bambino allaghi il pavimento del bagno, però potrebbe asciugare per esprimerci il suo amore. Se pensate che vostro figlio sia distruttivo tenete a mente Winnie The Pooh: la casa di Ih-Oh sembrava a Pooh un ammasso di legna, così lui l’ha smontata per costruire a Ih-Oh una casa nuova.


Dare e ricevere amore deve essere fatto senza condizioni. Se un bambino è costretto a dimostrarsi all’altezza per essere amato, e se deve misurare con cura l’espressione di sé, diventa ansioso e dubita del proprio valore. Alla fine, una simile lotta per l’amore diventa una continua corsa per compiacere l’altro o per essere all’altezza delle aspettative, una corsa in cui non ci si sente mai appagati perché la sensazione di non avere valore è onnipresente, tranne in quei momenti in cui si accontentano gli altri o si fa bene qualcosa. È questa l’essenza di una scarsa autostima. Ci sentiamo insicuri se temiamo che la nostra prestazione o il nostro comportamento non possano farci guadagnare l’accettazione agognata. Un forte desiderio di dimostrarsi all’altezza è il risultato di un non sentirsi tali e di sapersi amati solo se si fa qualcosa.