Una nostra giovane amica si era diplomata con voti eccellenti e intendeva andare al college per diventare
ingegnere. Dopo il diploma, decise però di prendersi una pausa dagli studi accademici e per qualche tempo si dedicò a un lavoro in cui doveva
occuparsi di bambini. In seguitò entrò all’università, ma gli studi l’annoiavano e la prospettiva di lavorare come ingegnere la deprimeva. Ricordando
la gioia che aveva provato quando era impegnata con i bambini, abbandonò la facoltà di ingegneria e si dedicò a studi che le permettessero di
prendersi cura dei piccoli, riuscendo più tardi a impiegarsi proprio in questo settore, dove lavora tuttora con grande soddisfazione. Tutti i suoi
amici le dissero che era una follia rinunciare a una carriera rispettabile, prestigiosa e con meravigliose opportunità di crescita professionale, per
un semplice lavoro con i bambini, mal pagato e scarsamente considerato.
Questa storia è davvero un esempio di quanto i valori della nostra cultura siano stati stravolti. Lavorare con i bambini è ancora una fonte di gioia per la nostra amica, così come lo è per i bambini e le loro famiglie; ha un effetto positivo sulla società e su tutti coloro che subiranno l’influsso dell’amore e della felicità di quei bambini quando cresceranno e avranno figli propri.
È già in atto una rivoluzione nella cura dei più piccoli, simile a quelle che si sono svolte con successo per i diritti umani, come nel caso del sessismo, del razzismo, del classismo, del colonialismo e di tutti gli altri attacchi alla parità e alla dignità umana. Tutte le ricchezze del mondo non potrebbero eguagliare il bene derivante dall’amore e dalla gioia infusi nella vita anche di un solo bambino.