quarta parte - xi

La liberazione dei genitori

Il potere del mondo lavora in cerchi.

Black Elk

Quello che tutti dobbiamo riconoscere, genitori e nonni, educatori, politici, pensatori e comunicatori, è che nella nostra era di grandi movimenti per abolire la persecuzione e liberare i gruppi oppressi, proprio il gruppo più importante è stato ignorato: i genitori.


I genitori svolgono il compito più importante del mondo, arduo, impegnativo, estenuante e a tempo pieno. E per questo non ricevono quasi nessun sostegno, onore, elogio o incoraggiamento, tantomeno un compenso. Ben poco credito ottengono per i traguardi raggiunti dai figli, ma tutto il biasimo per le loro trasgressioni.


I genitori lo sanno ma non nutrono alcuna speranza di poter cambiare l’atteggiamento della società. Anche i nonni lo hanno saputo ma l’hanno dimenticato. Gli educatori, i leader politici e i pensatori non sono incentivati a occuparsi di questa evidente oppressione.


La liberazione dei genitori. Quando la menziono durante i seminari, i genitori fanno dei sorrisini e poi sospirano. È un concetto tanto poco considerato da sembrare una buffa fantasia. Il gruppo oppresso, noi genitori, non ci ha davvero riflettuto più di tanto. Quando lo facciamo, riconosciamo che l’oppressione è reale, i genitori sono isolati, fatti sentire inadeguati o colpevoli, stanchissimi, e con poca comprensione o supporto da parte di alcuno, mentre lavorano per il futuro dell’umanità.


Allora pensiamoci adesso. Cosa servirebbe per un reale cambiamento? Cosa serve per diventare un vero movimento? Pensiamo agli altri movimenti di liberazione. La distruzione della cultura schiavista in America e il riconoscimento di una condizione umana di piena eguaglianza per gli schiavi ci ha impiegato molto tempo per compiersi, con persone che hanno scritto e si sono riunite per comunicare; persino dopo la conclusione legale della battaglia, ci è voluto più di un secolo di lavoro a favore della liberazione e la lotta contro il razzismo e l’intolleranza va ancora avanti.


In modo analogo, sono stati necessari molti decenni di dimostrazioni e attivismo affinché le donne ottenessero il diritto di voto – una vittoria che ancor oggi deve realizzarsi in alcune parti del mondo – e tutt’ora le donne non ricevono una retribuzione equa. Il sessismo è vivo e vegeto nel mondo civilizzato.


I movimenti di liberazione già avvenuti sono iniziati quando la gente ha cominciato a riconoscere la propria oppressione e ad alzare la voce contro di essa. Ma non avrebbero conquistato terreno se altri, al di fuori dei gruppi oppressi, non avessero anch’essi riconosciuto quell’oppressione e non si fossero uniti alla battaglia. Solo quando le persone libere hanno iniziato a combattere è stato possibile sradicare la schiavitù. Solo quando gli uomini si sono uniti alle loro sorelle queste hanno potuto ottenere il suffragio e l’eguaglianza politica. E ora, in un lasso di tempo abbastanza breve, i pregiudizi di secoli stanno svanendo in fretta. Le istituzioni pubbliche devono rendere le strutture accessibili ai disabili. Genitori! È il nostro turno! Siamo in ritardo, basta stare in silenzio, parliamo, uniamoci! Ascoltiamoci l’un l’altro, iniziamo a creare cerchi di genitori, raccogliamo alleati e diamo vita a un movimento mondiale!


Ci vuole un villaggio per crescere un bambino, e ci vuole una comunità per essere ascoltati e dar vita a un cambiamento effettivo. Quando le donne iniziarono a parlare e ad ascoltarsi l’un l’altra, divennero una comunità e le loro voci risuonarono, attirando altre donne e uomini sensibili come alleati.


Al momento sono tanti i gruppi di genitori che si sono uniti per aiutarsi e cercare il sostegno delle amministrazioni locali e dei governi nazionali. Ma i gruppi isolati non bastano. È necessario un massiccio movimento internazionale. Non vedo l’ora che altre donne, altre madri e padri abbraccino l’ampia visione di un movimento di liberazione. Tenendo conferenze, scrivendo articoli, pamphlet e libri. Sono in ballo la salute e la giustizia nel mondo e il futuro della Terra e dei nostri figli.


Quel villaggio che può farsi carico della cura dei figli non esiste ancora nel Primo mondo. Perciò dobbiamo crearlo. Proprio noi. Vedo con chiarezza che è questo il primo e più grande passo verso la liberazione di tutti, verso una società più umana e uno scopo più elevato che esalti la creatività dei nostri figli. E sono pronto a sostenere e facilitare questo movimento in ogni modo possibile.


Se siete dei genitori vorrei che ne parlaste con altri genitori e con altri che pur non essendo genitori possono però essere degli alleati. Se invece non siete genitori, cercate un genitore con cui parlarne. Se non sapete come fare, vi suggerisco di provare gli strumenti descritti in questo libro, i cerchi, i “momenti speciali”, le “giornate gioco” e l’ascolto empatico, o co-counseling come è stato chiamato dalla comunità del Re-evaluation Counseling che lo ha sviluppato. È infatti un metodo che permette la massima espressione dei propri sentimenti e ha come conseguenza una visione ben chiara e un utilizzo del proprio pensiero creativo.


Poi raggiungete altri genitori e continuate a espandere il cerchio, ascoltando, esprimendo e sfogando i sentimenti di ciascuno, pensando insieme con regolarità. Costruendo il vostro villaggio. Se siete già un co-counselor o avete l’opportunità di imparare il Re-evaluation counseling unendovi a uno dei gruppi già esistenti, troverete lì dei genitori da contattare e con cui formare un gruppo di sostegno. Se già esistono gruppi di genitori nella vostra zona, cercateli. È una gioia stare fra genitori, condividere i nostri tentativi, le nostre stupidaggini, le nostre perplessità – siamo tutti sulla stessa barca – è folle, disperante e comico, e nessuno può apprezzarlo meglio di noi. Una volta formatosi un cerchio che si incontra con regolarità si può utilizzare il brainstorming per capire come aiutarsi l’un l’altro nel proprio compito di genitori.


Quello che raccomanderei con calore è di organizzare tutti insieme una “giornata di gioco”. Le giornate gioco sono divertenti per tutti, ci avvicinano gli uni agli altri e ai bambini, sarebbe bene riuscire a organizzarle almeno una volta al mese all’inizio.


Nella nostra comunità qui nel New Hampshire la giornata di gioco era un evento tassativo che pianificavamo all’inizio di ogni mese. Tutti dovevano liberarsi dagli impegni perché eravamo d’accordo sul fatto che fosse l’evento più importante per adulti e bambini. Andavamo tutti all’Otter Lake Park o al mare, organizzavamo un picnic e giocavamo. Facevamo a turno per giocare con gruppi diversi, utilizzando le tecniche descritte nel capitolo quattro. Di solito facevamo in modo che ci fosse un adulto per ogni bambino, più un altro gruppo di adulti che avrebbero condiviso ricordi e sentimenti della propria infanzia e di come si giocasse allora. Dopo un’ora circa, coloro che avevano condiviso i ricordi andavano a giocare con i bambini e coloro che avevano giocato facevano cerchi per condividere i sentimenti che sarebbero affiorati sulla loro infanzia. C’erano anche volte in cui i bambini giocavano con gli altri bambini e gli adulti con gli adulti. Alla fine della giornata eravamo tutti esausti, felici e più uniti.


Entrambi gli eventi potrebbero riscuotere un tale successo nel vostro cerchio che altri, sentendone parlare, vorranno unirsi a voi. Forse preferirete organizzarli una volta a settimana anziché una volta al mese. Dare e ricevere sono divertimento puro! Potrebbero formarsi tanti cerchi che magari una volta l’anno organizzerebbero dei grandi raduni collettivi di “giornate gioco”.


Un altro suggerimento è quello di fare ogni tanto quello che faceva la nostra comunità di co-counseling, selezionare una famiglia e organizzare un’incursione di aiutanti. Gli aiutanti arrivano e molti si dedicano ai bambini e giocano con loro mentre altri lavano i piatti, puliscono i pavimenti, portano fuori la spazzatura, preparano la cena e altri ancora si dedicano ai genitori con l’ascolto empatico. Scegliete una famiglia al mese e godetevela!


Ancora un’idea, quando il vostro cerchio di genitori si fa più intimo e iniziate a conoscervi bene l’un con l’altro, talvolta potreste dividervi fra mamme e papà. Le donne insieme potrebbero condividere i loro sentimenti sulla fatica e sul piacere di essere madri e su come si potrebbero migliorare le cose, incluso il genere di aiuto che vorrebbero avere. I padri incontrandosi potrebbero anche condividere sentimenti su com’è per loro giocare insieme ai bambini e perdere, lasciando che i più piccoli si sentano forti, e quali problemi potrebbero sorgere e che tipo di aiuto potrebbero chiedere. Potrebbero anche riflettere su cosa fare per essere più uniti e darsi aiuto reciproco. Talvolta i bambini potrebbero essere invitati a unirsi al cerchio dei genitori per offrire commenti e suggerimenti.