seconda parte - iv

Il gioco

Il tono emotivo naturale di un essere umano è un godimento entusiasta della vita. La relazione naturale fra due qualsivoglia esseri umani è di amorevole affetto, comunicazione e cooperazione.

Harvey Jackins

Più l’animale è intelligente, più gioca.

Manitonquat

Di norma, si viene alla luce in questo mondo aspettandosi di non avere problemi, a meno di non sperimentare serie difficoltà in utero o alla nascita; in tal caso il legame immediato con il calore e il conforto del corpo materno di solito ripristinerà presto il senso di benessere del neonato. Libero dall’ansia, il piccolo inizierà a osservare con meraviglia ciò che gli rivelano i sensi, e poi con curiosità e grande interesse. Sarà presto evidente che anch’egli possiede un senso del divertimento. Inizia prima a sorridere e poi passa presto alla risata vera e propria. Al crescere delle azioni che suscitano il riso è palese quanto noi esseri umani amiamo ridere e giocare.


Nella nostra antica lingua non esiste una parola per esprimere l’idea di “lavoro”, esistono parole per ogni genere di attività, ma nessuna di esse si adatta al concetto generale di lavoro. Si definisce solo l’attività del momento, e se ciò che si fa in quel momento diventa stancante o noioso, si passa per un po’ a qualcos’altro. Quando da ragazzo avevo un lavoro da fare lo trasformavo sempre in gioco, mi ci divertivo in qualche modo. Da bambini è questo il modo di affrontare il mondo.


Un giorno portai mio figlio minore a vedere le tane dei castori nel vicino lago e restai sorpreso scorgendo sei grossi aceri abbattuti al suolo da dentini affilati e aguzzi. “Tashin”, dissi, “chissà perché il castoro ha tagliato questi alberi così grandi che per lui sono immensi e non può trasportarli né farci alcunché?”


Tashin osservò gli alberi pensieroso, poi se ne uscì con una perla di saggezza da bambino di quattro anni: “Forse è stato divertente” mi disse.


L’impegno dei bambini è quello di giocare, è il loro lavoro. È il modo in cui imparano a proposito di sé, degli altri e del mondo. È anche il loro modo di comunicare: comunicano pensieri e sentimenti a se stessi e agli altri attraverso il gioco. Soprattutto quando sono molto piccoli, incapaci di articolare le proprie esperienze attraverso la parola.


Se prestiamo la dovuta attenzione, possiamo capire molto di ciò che pensano e sentono osservandoli mentre giocano e partecipando anche noi.


Per questo se li limitiamo nel gioco ostacoliamo anche il loro apprendimento. E quando cerchiamo di controllare il gioco stiamo anche controllando la loro comunicazione. Se evitiamo di esercitare un controllo e ci limitiamo a incoraggiare il bambino a restare alla guida del gioco, lui ci mostrerà ciò su cui sta lavorando, cosa cerca di capire, cosa è importante per lui e come si sente. Giocare insieme ai bambini è una parte importante dell’entrare in relazione con loro. Crea intimità e regala divertimento e momenti felici che conserveranno nel ricordo per il resto della loro vita.