Sempre di più i genitori sono impreparati ad affrontare un compito così complesso e gravoso come quello dell’educazione dei figli. La società muta velocemente e fa poco o nulla per aiutarli. Manca un’agenzia che si assuma questo delicato compito e che cerchi di fare fronte con competenza e determinazione alle questioni aperte dalla sfida educativa. La scienza dell’educazione (che finora ha operato a servizio della società dei consumi, facendo gli interessi di finanza, economia e politica) deve recuperare la sua mission e porsi con coerenza e decisione al servizio dell’uomo, della famiglia e dei suoi valori, pena il decadimento morale, civile e culturale della società futura – come accade nella teoria del gender – orientata sempre più verso un uso spesso improprio della tecnologia e incapace di rispondere ai bisogni fondamentali dell’uomo. In questo senso deve cominciare ad appropriarsi di alcune grandi verità riguardanti la promozione del benessere, della salute e della prevenzione della malattia riportate qui di seguito.
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L’educazione è un processo che si sviluppa all’interno dell’essere umano (dal verbo latino educĕre, “tirar fuori ciò che sta dentro il suo mondo interiore”) e non all’esterno, come avviene per l’istruzione; esso interessa principalmente i genitori e solo secondariamente le altre agenzie, come la scuola, i servizi sociali o altro.
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L’educazione inizia con il concepimento, momento in cui si pongono le basi dello sviluppo psichico e fisico futuro. Ciò richiede che ognuno dei genitori si prepari a dare il meglio di sé al figlio per evitare spiacevoli sorprese, sapendo che questo processo si realizza prima dentro di loro coinvolgendo gli archetipi del maschile e del femminile, poi nei loro corpi, per consentire infine l’unione di ovulo e spermatozoo nella fecondazione. Per questo non è consigliabile la pratica della fecondazione extracorporea in vitro.
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L’educazione ha un carattere globale e si rivolge alla persona nel suo insieme; essa è veicolata dal contatto, dal sentire del cuore, e si realizza nell’ambito di una relazione intima e profonda tra genitore e figlio, fondata sull’accettazione, sulla valorizzazione e sul rispetto della dignità dell’altro.
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L’educazione è frutto di una continua interazione circolare, fatta di un susseguirsi di proposte e controproposte all’interno di un dialogo creativo, in particolare con la madre, nel quale il concepito partecipa in modo autocosciente, essendo presente a se stesso, agli altri e al mondo esterno. Con questa pratica il bambino esce dal suo isolamento e impara a vivere nella relazione.
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L’educazione considera il concepito dotato (accanto all’eredità e all’ambiente) di una propria psiche, caratterizzata da individualità e intenzionalità, che lo rende protagonista attivo e regista della propria formazione, crescita e sviluppo, oltre che capace d’interazione e di collaborazione. Per questo è importante che i genitori lo rendano partecipe delle loro esperienze e favoriscano in lui la collaborazione, che può iniziare fin dal grembo materno.
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Compito dell’educazione è riconoscere, far proprio, accompagnare e sostenere il progetto di vita presente in ogni essere umano fin dal concepimento, poiché esso rappresenta il motivo della sua esistenza, orienta il suo divenire ed è finalizzato al miglioramento di questo mondo. Agire in questo modo consente di accrescere la gioia di vivere ed evitare ogni forma di limitazione e sofferenza prodotte dall’alienazione.
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L’educazione, quale tirar fuori, si rivolge quasi esclusivamente al mondo interiore del bambino e alle qualità che si ritrovano in lui, nella sua psiche (o meglio anima), quali: la vitalità, la gioia, la fiducia, la coerenza, la naturalezza, la semplicità, la purezza e l’essenzialità. Queste dovrebbero essere riconosciute, sviluppate e utilizzate per il bene comune, in particolare dai genitori, ma anche per evitare che siano gettate a mare favorendo la loro progressiva, lenta e inesorabile scomparsa.
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L’educazione per il bambino è soprattutto sentire che egli vive nel cuore dei suoi genitori, del papà e della mamma, per ritrovarli dentro di sé. Essi rappresentano le due componenti fondamentali della sua esistenza, quella maschile e quella femminile, le quali hanno bisogno di essere continuamente sintonizzate e sincronizzate l’una con l’altra per garantire e favorire una crescita armonica, integrata e stabile.
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L’azione educativa va realizzata all’interno di un ambiente sano, pulito e amorevole, privo di ogni forma di spazzatura fisica e psichica, e in grado di proteggere il bambino da possibili stress, traumi o interferenze negative di natura consumistica (pubblicità o altro). Questo per non ostacolare il suo cammino e consentirgli di ritrovare ed essere se stesso.
Per concludere possiamo dire che la nuova educazione considera determinante sia il ruolo del concepimento che quello della gestazione, in quanto entrambi concorrono attraverso l’esperienza (frutto della continua interazione tra l’individuo e l’ambiente) alla formazione del temperamento, del carattere e della personalità e quindi della persona umana nella sua globalità, del cittadino e dell’uomo di domani.