CAPITOLO IV

Perché dormiamo?

Qualche dato sulla fisiologia del sonno a questo punto ci sembra utile: è un’esperienza quotidiana per ognuno di noi, ma ne sappiamo davvero poco.


Il sonno è un bisogno fondamentale, non una perdita di tempo o un ostacolo all’efficienza, all’avida insaziabilità del nostro attuale modo di vivere. Non è neppure un mostro che ci assale a tradimento – come suggeriva una vecchia pubblicità – e tanto meno un mezzo per… togliersi di torno i bambini (i quali, essendo sensibili e intelligenti, si oppongono con ostinazione ai nostri incoerenti propositi).


Nessun organismo vivente può usare di sé in modo indefinito, senza ritmi: anche gli animali vivono cicli di attività e di riposo o di sonno vero e proprio (specie i mammiferi). Noi umani adulti, sapienti e organizzatissimi, crediamo a volte che dormire equivalga a “perdere tempo”, tanto che il “dormiglione” è preso di mira, ridicolizzato.


Si dice “lottare contro il sonno” e con questo diamo un pessimo esempio ai bambini che di rado vedono gli adulti abbandonarsi con piacere al sonno e ancor meno dormire. Eppure il sonno non è un nemico, né possiamo dominarlo con la volontà o con tazzine di caffè: il classico “colpo di sonno”, causa di tanti incidenti, è la prova manifesta che il riposo è rinviabile solo fino a un punto limite che non è possibile prevedere.


Il direttore d’orchestra di tutte le nostre azioni – fisiche, sensoriali, emotive, conoscitive, creative – e quindi anche del sonno, è il cervello che lavora intensamente (già prima della nascita) e ha bisogno di soste adeguate. Non tutto si gioca quando siamo svegli: il sonno svolge un ruolo essenziale per la nostra salute. Senza una dormita quotidiana ben presto impazziremmo e morremmo, proprio perché il tempo del riposo è indispensabile al cervello come forza di autoregolazione locale e generale: gli permette di disintossicarsi dai residui biochimici del suo incessante funzionamento e di ricaricarsi. Per questo è scarsamente controllabile con la ragione.


In altre parole, il cervello addormenta il corpo per proteggerlo e per proteggere se stesso.


È dunque la natura stessa a imporci un tempo per agire e un tempo per riposare: non basta il semplice “rilassarsi”, occorre il vero sonno secondo cicli che si ripetono in modo ritmico nel corso della notte. In ciascuno di essi c’è un tipo di sonno che permette di recuperare la fatica fisica e un altro che ripara l’impegno psichico ed emotivo. Nell’umano adulto tali cicli durano circa due ore: ogni notte ne viviamo almeno tre o quattro per un totale di sei oppure otto ore.