PRIMA PARTE

Un libro nel nido

Le qualità visionarie della lettura, il prezioso materiale fantastico, la forza che sprigiona la scoperta delle storie con la segreta capacità di raggiungere l’inconscio, catturano il bambino che conserverà nel corso della vita le tracce di questa irripetibile esperienza.
E. Beseghi, Infanzia e racconto

CAPITOLO I

Narriamo le storie

“Ti vogliamo tanto bene” dice a Koki la famiglia: stare stretti tutti insieme è una dolce meraviglia.1

Un nido, una famiglia

Il nido, inteso come nido d’infanzia, è un servizio educativo che va incontro ai bisogni delle famiglie e dei bambini da zero a tre anni. Una struttura che diventa una seconda casa, dove si trovano per lo più educatrici e qualche educatore, collaboratrici e qualche collaboratore, preparati e pronti a rispondere alle esigenze dei piccolissimi.


Inteso invece nella sua accezione letteraria e simbolica, il nido è il luogo in cui si viene al mondo dopo essere stati sognati, attesi, “covati”. In cui si viene nutriti per la prima volta. Un posto del cuore, solido e sicuro dal quale, quando si è pronti, sotto lo sguardo e l’esempio di mamma e papà, si spicca il volo.


Il nido in questo libro è da intendere in entrambi i modi, perciò si rivolge sia ai genitori sia a tutti gli altri educatori (parenti, amici, operatori sanitari, volontari, tate e tati, dade e dadi, bibliotecari e così via).


L’uomo pensa per storie. È attraverso le narrazioni che la sua mente riesce a dare forma all’esperienza2.


Ma perché è necessaria la presenza dei libri all’interno del nido?


Non bastano le narrazioni, per bambini così piccoli?


Prima ancora che contenitori di storie, i libri sono scrigni che racchiudono le immagini del mondo insieme alla possibilità di nominarle. Si tratta di un’opportunità di sviluppo cognitivo cruciale, la cui “leva” da utilizzare è disponibile in tenerissima età.


I libri sono anche piacevolissimi doni da esplorare stando insieme, e qui si sprigiona l’affetto più potente, la fiducia più immediata, l’abbraccio più caldo. Inoltre, ad un certo punto della crescita (e siamo ancora nel nido, verso i due anni), diventano gli strumenti più adatti per provare a “provare emozioni”, cioè intraprendere viaggi emotivi allenandosi alla vita senza essere coinvolti in prima persona, grazie al “far finta”.


Perciò la presenza di libri nel nido è di fondamentale importanza nella società e nel tempo in cui viviamo.


Bisogna sottolineare che la valutazione della lettura insieme come momento fondante per la personalità e la crescita del bambino, per lo sviluppo della sua intelligenza emotiva, è un fatto recente.