CAPITOLO VI

Piccoli passi

Vero e falso

Ci siamo avventurati a piccoli passi nel mondo della narrazione e della lettura al nido. Possiamo cominciare ad abbattere alcuni luoghi comuni e trovare alcune certezze.

Non è vero che:

  • i bambini sono sempre più irrequieti;
  • non ci sono libri che tengano l’attenzione;
  • non tutti sono capaci a raccontare;
  • per raccontare storie ci vuole una voce particolare;
  • i bambini piccoli non leggono.

Mentre è vero che:

  • è meglio che gli adulti provino a raccontare, tutti, a turno, e a volte insieme;
  • a tutti i bambini piace leggere;
  • da qualche parte c’è un bel libro che ci aspetta;
  • per leggere insieme è indispensabile il buonumore e l’attitudine, la disposizione d’animo particolare che possiamo chiamare “buon-amore”, fatta di curiosità, coraggio, gentilezza, misericordia e propensione alla novità;
  • il tipo di mediazione e il tipo di narrazione possono fare la differenza sul grado di attenzione del bambino.

Profumo d’intesa

I genitori sono una coppia dal cui amore è nato il nostro piccolo lettore. Anche nell’ambito narrativo ci dev’essere intesa e coerenza fra loro. Ci può essere una mamma più avvezza alle ninne nanne e un papà più propenso ai racconti, ma lo sguardo attraverso il quale si forma l’identità di un bambino e il suo modo di concepire se stesso e il mondo dev’essere lo sguardo di tutti e due. Uno sguardo che non è intercambiabile. Non si ammettono deleghe narrative. Ed è faticoso e doloroso giustificare le assenze.


Ognuno faccia quel che può, anche poco, ma lo faccia.


Andare d’accordo, condividere le fatiche e scambiarsi i ruoli e le esperienze dev’essere prassi e obiettivo anche degli educatori del nido. Quando, come storiatrice o consulente, varco la porta del nido, insieme all’odore dei pannolini pieni e al vapore di pappe buone le mie narici percepiscono molto spesso profumo d’intesa, e a volte, purtroppo, anche la puzza marcia della guerra fredda. Figuriamoci le narici dei bambini!